Osimo , mercoledì, 19. gennaio, 2022 18:00 (ACI Stampa).
“Avviciniamo la gente, interessiamoci di loro: facciamocene nostri i desideri e i bisogni; sappiamo comprendere la loro mentalità, difendere i loro diritti, frenare le loro intemperanze, scusare i loro difetti, compatirne gli errori, illuminarne l’ignoranza, sollevarne le necessità, comporne gli attriti, consolarne le pene, farsi tutti a tutti perché tutti vengano a Dio”.
E’ il 1950 quando Domenico Brizi scrive queste parole. E’ da cinque anni vescovo di Osimo, all’epoca staccata da Ancona, con il suo duomo romanico e la vita che rinasce dopo lo sconvolgimento della guerra.
Il vescovo Domenico è amato dalla gente perché conosce bene le loro sofferenze. E’ un grande direttore spirituale, confessa molto e non è tenero in confessionale.
Non abbandona mai il “Ministero del Confessionale”e quando non può scendere al confessionale riceve nella cappellina dell’episcopio.
Don Domenico era nato a Tuscania il 21 Gennaio 1891. Studia a Roma al Seminario Romano e presso la Pontificia Università Lateranense si laurea in S. Teologia e Diritto Canonico. Ordinato Sacerdote il 23 Febbraio 1918, al suo rientro in Diocesi, gli viene affidata la Parrocchia di S. Giovanni Decollato a Tuscania che tiene per circa dodici anni. Nella Parrocchia di S. Giovanni il nuovo parroco trova una forte devozione a Maria venerata come “Addolorata”. Non vi è casa a Tuscania in cui manca una copia dell’immagine dell’Addolorata. Don Domenico ne incoraggia l’Incoronazione da parte del Capitolo Vaticano nel Settembre del 1923 per mano del Cardinale Ehrle.