Roma , martedì, 11. gennaio, 2022 14:00 (ACI Stampa).
I lavori di revisione della Carta Costituzionale dell’Ordine di Malta sono “in fase avanzata”, ci saranno “nuovi incontri” nelle prossime settimane per “analizzare e vagliare le situazioni in sospeso”, in attesa di un Capitolo Straordinario per approvare la riforma quando ci sarà il massimo consenso possibile. È al termine del suo discorso al Corpo Diplomatico che Fra’ Marco Luzzago, Luogotenente del Sovrano Militare Ordine di Malta, dà notizia dello stato dei lavori della nuova Costituzione, necessaria anche per dare finalmente una stabilità all’Ordine.
Se la notizia è al termine del testo, va notato che il discorso, che per tradizione si svolge sempre il giorno dopo quello del Papa al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, va letto per intero, perché racconta di una attività diplomatica ampia, che quest’anno ha aggiunto alla sua rete diplomatica Greci e Lesotho, facendo arrivare a 112 gli Stati con cui l’Ordine di Malta intrattiene relazioni diplomatiche. Una rete diplomatica supportata da una struttura di 80 mila volontari, 42 mila dipendenti e 13500 membri, che – ha spiegato il Luogotenente – “si adoperano in ogni angolo del pianeta per portare sollievo e conforto a chi ne ha bisogno”.
Fin qui, le cifre. Prima della analisi internazionale, Fra’ Luzzago mette in luce tre temi fondamentali: la necessità di “sviluppare una diplomazia dei vaccini affinché nessuno resti indietro” per contrastare la pandemia di COVID 19; la difesa dei principi della democrazia e dei diritti umani di fronte a un mondo “spaccato in due tra chi difende i valori della democrazia e chi assume atteggiamenti autoritari e contrari ai diritti fondamentali; l’importanza dei leader religiosi, sottolineata sia dalla promozione del Religious Compact che dalla partecipazione dell’Ordine, lo scorso anno, al G20 delle religioni, al Global Interfaith Summit.
Quindi, Fra’ Luzzago fa una panoramica della situazione mondiale e degli interventi dell’Ordine di Malta. La crisi in Kazakhstan ha la prima menzione, ma viene fatto riferimento anche all’aiuto dato dai volontari dell’Ordine ai migranti al confine polacco-bielorusso, con la considerazione che “strumentalizzare i migranti a fini olitici è assolutamente inaccettabile”.
E poi, la situazione in Afghanistan, il loro in Siria, il progetto di 30 milioni di euro implementato a sostegno delle comunità sfollate dell’Iraq, l’assistenza ai rifugiati Rohingya in Bangladesh, la rete di sostegno in Libano, l’impegno ad Haiti colpita da un terremoto, l’aiuto straordinario alla Germania colpita dalle alluvioni.