Città del Vaticano , martedì, 4. gennaio, 2022 12:05 (ACI Stampa).
"Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordiosi. Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità". Questo è il tema scelto da Papa Francesco in occasione della XXX Giornata Mondiale del Malato, che ricorre l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes. Francesco ha diffuso al mondo intero un Messaggio per prepararsi alla giornata dedicata ai malati, come ogni anno.
"Trent’anni fa san Giovanni Paolo II istituì la Giornata Mondiale del Malato per sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie cattoliche e la società civile all’attenzione verso i malati e verso quanti se ne prendono cura. Siamo riconoscenti al Signore per il cammino compiuto in questi anni nelle Chiese particolari del mondo intero. Molti passi avanti sono stati fatti, ma molta strada rimane ancora da percorrere per assicurare a tutti i malati, anche nei luoghi e nelle situazioni di maggiore povertà ed emarginazione, le cure sanitarie di cui hanno bisogno", dice subito il Papa nel Messaggio.
La celebrazione culminante della 30a Giornata Mondiale del Malato a causa della pandemia non potrà aver luogo ad Arequipa in Perù, ma si terrà nella Basilica di San Pietro in Vaticano.
Per Francesco davanti ai malati bisogna essere "misericordiosi come il Padre". "L misericordia, infatti, è per eccellenza il nome di Dio, che esprime la sua natura non alla maniera di un sentimento occasionale, ma come forza presente in tutto ciò che Egli opera. È forza e tenerezza insieme", commenta il Papa. "Testimone sommo dell’amore misericordioso del Padre verso i malati è il suo Figlio unigenito. Quante volte i Vangeli ci narrano gli incontri di Gesù con persone affette da diverse malattie!", assicura il Papa sul ruolo di Gesù, misericordia del Padre.
"Quando una persona sperimenta nella propria carne fragilità e sofferenza a causa della malattia, anche il suo cuore si appesantisce, la paura cresce, gli interrogativi si moltiplicano, la domanda di senso per tutto quello che succede si fa più urgente. Come non ricordare, a questo proposito, i numerosi ammalati che, durante questo tempo di pandemia, hanno vissuto nella solitudine di un reparto di terapia intensiva l’ultimo tratto della loro esistenza, certamente curati da generosi operatori sanitari, ma lontani dagli affetti più cari e dalle persone più importanti della loro vita terrena? Ecco, allora, l’importanza di avere accanto dei testimoni della carità di Dio che, sull’esempio di Gesù, misericordia del Padre, versino sulle ferite dei malati l’olio della consolazione e il vino della speranza", commenta il Pontefice.