Città del Vaticano , sabato, 31. ottobre, 2015 12:33 (ACI Stampa).
Trentacinque minuti di incontro, alla presenza di due interpreti. Un incontro breve, quello tra Papa Francesco e Georgje Ivanov, presidente della Repubblica ex Jugoslava di Macedonia. Uno sguardo ai balcani, nel Paese di radici greche ma con una forte minoranza islamica di origine albanese, dove la presenza dei simboli religiosi sono divisi su linee etniche. Ma soprattutto, oggi stato cuscinetto per le grandi ondate di rifugiati che hanno fatto pressione al confine con la Grecia lo scorso agosto, con l'intenzione di andare in Nord Europa. Una emergenza che continua ancora oggi.
La situazione dei migranti è stata al centro del breve colloquio tra il presidente macedone e Papa Francesco, insieme al tema del dialogo interreligioso. Un altro tema molto importante del colloquio ha riguardato la presenza degli edifici sacri, che rischiano di decadere. In Macedonia ci sono 300 chiese, in maggioranza ortodosse, ma anche cattoliche.
Il presidente è poi sceso nell’ufficio del Segretario di Stato vaticano, dove ha potuto parlare più approfonditamente dei temi importanti.
Secondo il bollettino della Sala Stampa vaticana, i colloqui si sono svolti in clima di cordialità, e ci si è anche soffermati “sull’attuale contesto globale, anche in relazione alle persistenti difficoltà di natura economica e sociale, e sulla necessità di un impegno condiviso per offrire assistenza al gran numero di profughi in arrivo nella Regione”.
Nei colloqui è stata anche espressa soddisfazione per le buone relazioni bilaterali e l’auspicio che possano realizzarsi le aspirazioni e i crescenti sforzi del Paese per far parte dell’Europa unita,” e si è messa in luce “l’importanza di favorire sempre più il dialogo e la convivenza tra le varie realtà etniche e religiose della ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia".