Città del Vaticano , domenica, 2. gennaio, 2022 12:15 (ACI Stampa).
In questa prima domenica dell'anno Papa Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. "Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi".
Il Papa si sofferma su questa frase della Liturgia odierna. "Queste parole, se ci pensiamo, contengono un paradosso. Mettono insieme due realtà opposte: il Verbo e la carne. Verbo indica che Gesù è la Parola eterna del Padre, infinita, che esiste da sempre, prima di tutte le cose create; “carne” indica invece proprio la nostra realtà creata, fragile, limitata, mortale. Prima di Gesù erano due mondi separati: il Cielo opposto alla terra, l’infinito opposto al finito, lo spirito opposto alla materia", dice subito il Papa.
"E c’è un’altra opposizione nel Prologo del Vangelo di Giovanni, un altro binomio: luce e tenebre - commenta il Pontefice - Gesù è la luce di Dio entrata nelle tenebre del mondo. Dio è luce: in Lui non c’è opacità; in noi, invece, ci sono molte oscurità. Ora, con Gesù, si incontrano Luce e tenebre: santità e colpa, grazia e peccato".
"Che cosa vuole annunciare il Vangelo con queste polarità? Una cosa splendida: il modo di agire di Dio. Di fronte alla nostra fragilità, il Signore non si tira indietro. Non rimane nella sua eternità beata e nella sua luce infinita, ma si fa vicino, si fa carne, si cala nelle tenebre, abita terre a Lui estranee", continua il Pontefice.
"Lo fa perché non si rassegna al fatto che noi possiamo smarrirci andando lontani da Lui, lontani dall’eternità, lontani dalla luce. Ecco l’opera di Dio: venire in mezzo a noi. Se noi ci riteniamo indegni, questo non lo ferma. Se lo rifiutiamo, non si stanca di cercarci. Se non siamo pronti e ben disposti ad accoglierlo, preferisce comunque venire. Gesù è il Buon Pastore che viene a cercarci lì dove noi siamo", commenta il Papa.