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A Torino ‘una luce rifulse’: il presepe raccontato da una parrocchia a Cavoretto

La storia di don Maurizio De Angeli che per il sesto anno allestisce un presepe speciale

Il Presepe di Cavoretto  |  | Parrocchia San Pietro in Vincoli
Il Presepe di Cavoretto | Parrocchia San Pietro in Vincoli
Il Presepe di Cavoretto  |  | Parrocchia San Pietro in Vincoli
Il Presepe di Cavoretto | Parrocchia San Pietro in Vincoli

La parrocchia di san Pietro in Vincoli di Cavoretto, grazie al parroco don Maurizio De Angeli, ha allestito, per il sesto anno consecutivo un presepe, iniziativa suggestiva ed unica che riempie di luci e suoni la collina di Torino.

Il presepe è visibile dalla strada, che da piazza Freguglia porta alla chiesa di san Pietro in Vincoli, e si allunga per circa 50 metri sul fianco della collina. I personaggi che lo compongono sono oltre 60, hanno grandezza naturale e sono abbigliati con stoffe che vogliono ricordare gli abiti dei pastori dell'epoca. Il presepe è illuminato dalle ore 16.30 alle ore 22.00 ed è visibile fino al prossimo 9 gennaio.

Ad uno degli artefici dell’iniziativa, Carlo Gallo, abbiamo chiesto di raccontarci di come è nata l’idea di un presepe così grande: “L’idea è nata alcuni anni fa, ispirato dalla mamma di una amica, la signora Livia, in Toscana, che aveva inventato un modo semplice per realizzare dei personaggi ad altezza naturale con materiale di recupero (stracci, stoffe, ecc.). Avevamo realizzato, con l’aiuto di alcuni bambini, un presepe molto suggestivo a ridosso di un bosco.

 

Questi personaggi, così semplici, si adattavano bene per un presepe povero. Gesù è nato povero tra i poveri, e questo è un messaggio importante che abbiamo pensato fosse possibile trasmettere anche in un presepe. Ecco, quindi, la presenza di una sessantina di personaggi che popolano un pezzo di collina, dove troviamo un villaggio (Betlemme), alcuni accampamenti di pastori, venditori, artigiani, una taverna, una casa, un pozzo… E’ stato realizzato a Cavoretto, vicino alla chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli, con la collaborazione di alcuni abitanti del borgo, oltre che dai bambini dell’asilo Morelli”.

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In particolare, quest’anno si può assistere ad una rappresentazione scenica intitolata ‘Una luce rifulse - il presepe racconta…’. Attraverso l’ascolto di letture bibliche, accompagnate da giochi di luci e musiche, è raccontato il Natale, dalle profezie dell’Antico Testamento ai racconti evangelici. Cosa racconta questa rappresentazione scenica?

“Racconta il Natale. E’ il presepe che racconta sé stesso, attraverso i suoi personaggi che parlano grazie a una rappresentazione ‘suoni e luci’. Alle ore 18,30 infatti, tutte le sere, il presepe si spegne e inizia l’ascolto di una registrazione, realizzata con attori professionisti, che leggono alcuni brani biblici, dalle Profezie dell’Antico Testamento ai racconti evangelici, accompagnate da giochi di luci e musiche. 

 

Sono in totale otto scene dove man mano vengono illuminati alcuni personaggi che nel presepe normalmente rappresentano pastori, contadini, artigiani, ma che in quel momento diventano, ad esempio, Giuseppe che dorme e sogna l’angelo che gli dice di non avere paura, due donne al pozzo diventano Maria che incontra Elisabetta, due abitanti di una casa diventano Gabriele che annuncia a Maria che diventerà la mamma di Gesù, e così via. 

 

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E’ il racconto del Natale, la storia di una incarnazione che è avvenuta 2000 anni fa ma che ci interpella anche oggi, nella nostra vita e nella nostra storia dove, come avviene nel presepe, ognuno di noi può diventare, più o meno consapevolmente, protagonista di questa buona novella”.

 

Papa Francesco ha chiesto di non inquinare il Natale con il consumismo. In quale modo è possibile?

“Credo sia possibile rileggendo il racconto del Vangelo, che narra una storia semplice. Una mamma, un papà, un bambino che viene accolto nonostante tutto. E si scopre che questo bambino è Gesù, il figlio di Dio. Un biblista diceva che chi abbraccia un bambino abbraccia Dio. Credo che il consumismo di cui parla papa Francesco sia tutto ciò che va oltre questo abbraccio”.