Città del Vaticano , lunedì, 13. dicembre, 2021 14:00 (ACI Stampa).
“Un’ulteriore opportunità di riflessione sulla teologia dei ministeri per giungere ad una visione organica delle distinte realtà ministeriali” è quella offerta dalla pubblicazione del Rito di Istituzione dei Catechisti. Lo scrive in una lettera di presentazione del Rito in latino il Prefetto Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, l’ Arcivescovo Arture Roche.
Il testo, inviato a tutti i vescovi del mondo, ribadisce che quello del catechista è un ministero laicale e stabile. Inoltre i “catechisti in virtù del Battesimo sono chiamati ad essere corresponsabili nella Chiesa locale per l’annuncio e la trasmissione della fede, svolgendo tale ruolo in collaborazione con i ministri ordinati e sotto la loro guida”. Da ricordare anche che i “catechisti nei territori di missione si differenziano da quelli operanti nelle Chiese di antica tradizione. Inoltre, anche le singole esperienze ecclesiali determinano caratteristiche e modalità di azione molto diversificate, tanto da risultare difficile farne una descrizione unitaria e sintetica”.
Indicazioni anche per chi “di norma” non dovrebbe essere scelto come catechista. Ad esempio chi è già in cammino verso un ordine sacro, i religiosi, a meno che non siano gli unici referenti parrocchiali, e “coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente verso gli appartenenti di un movimento ecclesiale”. E anche coloro che insegnano religione a scuola o hanno altri incarichi in parrocchia. Certo non sarà facile in questo modo in molte parti del mondo trovare catechisti, ma la indicazione è chiara. Inoltre “non tutti coloro che preparano all’iniziazione fanciulli, ragazzi e adulti devono essere istituiti Catechisti: il discernimento del Vescovo può chiamare alcuni di loro, a seconda delle capacità e delle esigenze pastorali, al ministero o di Lettore o di Catechista”.
In pratica possono “essere scelti tra quelli che in modo più specifico svolgono il servizio dell’annuncio: essi sono chiamati a trovare forme efficaci e coerenti per il primo annuncio, per poi accompagnare quanti lo hanno accolto nella tappa propriamente iniziatica”.
Si crea di fatto una nuova figura nella gerarchia che però è assolutamente laica, come del resto è stato indicato nel Motu Proprio Antiquum ministerium.