Con il suo architetto Domenico Fontana tra il 1585 e il 1590 Sisto V di cose ne raddrizzò molte, tanto che i romani dissero: “ Papa Sisto che non perdona nemmeno a Cristo!” Dopo che che con decisione smascherò la truffa di un crocefisso che sanguinava.
Ma sta di fatto che la sua urbanistica è ancora fondamentale per il centro di Roma, con le strade che partono a stella da Santa Maria Maggiore, con l’acquedotto Felice che ancora oggi è usato per l’irrigazione, con il completamento della cupola di San Pietro e con il nuovo Palazzo Lateranense.
Erigerlo significava abbattere il complesso di edifici e cappelle che nei secoli avevano contornato il Patriarchio e che avevano stupito i barbari. Ormai si trattava di strutture cadenti e di mancanza di strade.
Sisto V affida il tutto a Fontana che ripensa la piazza alle spalle della Basilica, verso Santa Maria Maggiore, libera il battistero da costruzioni ormai inutili e soprattutto costruisce un palazzo nuovo addossato alla basilica che sia la residenza del vescovo di Roma, ma soprattutto un luogo di catechesi attraverso gli affreschi e le opere d’arte che lo ornano.
Un palazzo che ancora oggi è uno dei più eleganti di Roma, e da oggi si può visitare il Piano Nobile con le opere d’arte e di catechesi.
Si catechesi perché a questo servono gli affreschi delle grandi sale dell’ Appartamento Ufficiale. Dalla più grande, quella che oggi chiamiamo della Conciliazione perché vi sono stati firmati i Patti Lateranensi, a quelle più piccole come la Sala di Elia dove gli affreschi raccontano la vita del profeta come immagine della dimensione profetica della Chiesa. E fino alla Sala degli Apostoli che indica proprio la missione della Chiesa, o la Sala degli Imperatori dedicata ai sovrani che custodirono la fede.
Oggi i visitatori accompagnati dalle guide, le Missionarie della Divina Rivelazione, hanno bisogno di più spiegazioni di un tempo, quando l’arte era comunicazione. Ma il bello della visita al Palazzo è la comprensione di una epoca. Come quando si arriva all’appartamento privato del Papa. Semplice, austero, quasi monastico. Perché quello era il protocollo anche nel grandioso Rinascimento.
E Felice Peretti, uomo che in soli 5 anni lasciò un segno indimenticabile a Roma, era un frate minore conventuale. Per lui la carità non era un contrasto con la grandiosità. Fu lui a proporre il cardinalato a San Filippo Neri, che voleva dire un aiuto per le sue opere di carità. Filippo non volle accettare per umiltà personale, ma il Papa lo aiutò lo stesso nelle sue opere.
Per capire meglio la vita e la storia del Papa che volle il Palazzo del Laterano questo è l’anno giusto. Si celebrano i 500 anni della nascita di Felice Peretti, e le sue Marche, (era nato a Grottamare) gli hanno dedicato diverse iniziative e un bel sito con appuntamenti, storie, aneddoti.
Il Vaticano ha ridato luce al Palazzo del Laterano, speriamo che in qualche prossima occasione Roma potrà ricordare la grande urbanistica del Papa che è sepolto a Santa Maria Maggiore.
Per visitare il Palazzo Laterano e il complesso della Basilica basta prenotarsi.
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