Siena , martedì, 14. dicembre, 2021 9:00 (ACI Stampa).
‘Ama chi dice all’altro: Tu non puoi morire’: in questa frase del filosofo francese Gabriel Marcel, si racchiude la sfida del libro ‘Sapore di famiglia’, scritto dai coniugi Emma Ciccarelli e Pier Marco Trulli, impegnati nell’associazionismo e nel sociale, che, sposati da quasi 30 anni, hanno quattro figli, come è riportato nella prefazione al libro dal card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, che definisce la lettura del testo come ‘un grande aiuto per tutti’, dai giovani alle coppie mature, che ha sottolineato il valore della promessa nell’anno dedicato alla famiglia:
“Il libro rivela proprio ciò che è scritto nel titolo: il sapore di una realtà umana normale, comune, semplice e complessa nello stesso tempo: quello di una famiglia come tante altre, che affronta la vita, che mostra la strada ai propri figli, che cerca di dare un senso a una promessa fatta in un certo giorno, che prova a gestire un programma di vita che non si ferma solo alla organizzazione interna della famiglia stessa ma si proietta verso un orizzonte ampio e significativo, che è quello di un impegno a tutto campo per il bene non solo della famiglia propria ma anche di tante altre. Il testo non ha timore di descrivere anche i momenti più semplici ma profondi dei primi approcci, dell’innamoramento”.
Un testo che si dipana lungo la loro storia concreta e che è una sfida a riscoprire la bellezza della famiglia, ‘a raggiungere traguardi insieme’, al diffondere quel ‘sapore di famiglia’, che dà il titolo al libro. Emma Ciccarelli è vice presidente del Forum delle Associazioni Familiari e membro dell’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, mentre Pier Marco Trulli è manager in un gruppo bancario. Entrambi vivono intensamente l’esperienza cristiana e il loro lavoro vuol essere una testimonianza vissuta che ripercorre le tappe principale della loro vita fin da quando si conobbero: una sfida complessa quella del ‘per sempre’, in un mondo dove il pensiero più diffuso appare essere quello della cultura del provvisorio e dello scarto, specie di fronte a incomprensioni e difficoltà.
Allora chiediamo loro di raccontarci quale sapore ha la famiglia: “Non ha sempre lo stesso sapore, è un soggetto dinamico, in continua evoluzione e sviluppo, la famiglia non è mai uguale a se stessa, passa dal dolce all’amaro, dal salato al saporito anche nell’arco della stessa giornata. Ha il sapore del quotidiano ma anche della festa, ha il sapore del sacro in quanto custode di una promessa e della vita. Nella famiglia si fa ritorno, ma è anche trampolino di lancio per il mondo. Ha tante sfaccettature che la rendono particolare e preziosa, e quindi saporita”.
Perché la famiglia è gustosa?