Vienna , giovedì, 9. dicembre, 2021 18:00 (ACI Stampa).
Sebbene sia noto che i cristiani siano il gruppo religioso più perseguitato al mondo, non si pensa mai che questa persecuzione possa avvenire in Europa. Eppure sono anni che l’Osservatorio per la Discriminazione e l’Intolleranza contro i Cristiani in Europa documenta casi su casi, dalle vandalizzazioni delle chiese alle discriminazione sul luogo di lavoro, costruendo un database basato su fonti concrete, inclusi gli articoli di giornale. L’Osservatorio ha pubblicato il 7 dicembre un Rapporto che si concentra su cinque nazioni europee, e che, con numeri e cifre, mette in luce un dato ormai incontrovertibile: la persecuzione dei cristiani in Europa è un fatto che non possiamo più eludere.
A dirlo, ci sono anche i numeri dell’Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell’OSCE, che nella Giornata Internazionale per la Tolleranza” ha pubblicato il suo Rapporto Annuale sui crimini di odio,. Ebbene, il rapporto ha raccolto documentazione di 981 crimini di odio anti-cristiano in Europa nel 2020, mentre nel 2019 erano stati 578. Una crescita, insomma, del 70 per cento in un anno.
Si comprende da qui che il rapporto dell’Osservatorio aiuta meglio a dettagliare la situazione. È intitolato Under Pressure: Human Rights of Christians in Europe e si concentra su cinque nazioni dove in particolare i diritti dei crisiani sono a rischio in Europa: Francia, Germania, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Sono due i fattori che mettono maggiormente a rischio la vita dei cristiani in Europa: l’intolleranza secolare e l’oppressione islamica. La prima è quella più presente, è il motore della discriminazione che poi si concretizza con azioni di polizia, episodi di discriminazione al lavoro, persino leggi. La seconda si trova soprattutto in aerea particolari, dove ad essere presi di mira sono soprattutto i convertiti dall’Islam al cristianesimo.
Secondo il rapporto, sono quattro le aree di vita in cui i cristiani sono maggiormente colpiti: la vita della Chiesa, l’educazione, la politica e il posto di lavoro, in quest’ordine.