Città del Vaticano , domenica, 29. marzo, 2015 10:45 (ACI Stampa).
Con la morte in croce Gesù rivela lo “stile di Dio e del cristiano: l’umiltà. Uno stile che non finirà mai di sorprenderci e di metterci in crisi: a un Dio umile non ci si abitua mai!”. Lo ha detto Papa Francesco aprendo l’omelia della Domenica delle Palme in Piazza San Pietro.
Dio – ha spiegato Francesco – “si umilia per camminare con il suo popolo, per sopportare le sue infedeltà. In questa Settimana, la Settimana Santa, che ci conduce alla Pasqua, noi andremo su questa strada dell’umiliazione di Gesù. E solo così sarà santa anche per noi!”.
Rileggendo e rivivendo ogni scena della Passione capiremo che quella “è la via di Dio, la via dell’umiltà. E’ la strada di Gesù, non ce n’è un’altra. E non esiste umiltà senza umiliazione. Umiltà vuol dire servizio, vuol dire lasciare spazio a Dio spogliandosi di sé stessi, svuotandosi. Questa è l’umiliazione più grande”.
La via dell’umiltà – ha ammonito il Pontefice - ha anche un senso contrario: “La mondanità. Il maligno l’ha proposta anche a Gesù, durante i quaranta giorni nel deserto. Ma Gesù l’ha respinta senza esitazione. E con Lui anche noi possiamo vincere questa tentazione, non solo nelle grandi occasioni, ma nelle comuni circostanze della vita”.
Anche oggi ci sono tanti esempi di uomini e donne che hanno rifiutato la mondanità e “nel silenzio e nel nascondimento, ogni giorno rinunciano a sé stessi per servire gli altri: un parente malato, un anziano solo, una persona disabile, un senza tetto… pensiamo – ha proseguito il Papa – ai nostri fratelli e sorelle perseguitati perché cristiani, i martiri di oggi. E sono tanti: non rinnegano Gesù e sopportano con dignità insulti e oltraggi. Lo seguono sulla sua via. Possiamo parlare di un nugolo di testimoni”.