Dachau , lunedì, 29. novembre, 2021 14:00 (ACI Stampa).
Tito Brandsma è stato un giornalista e rettore dell'Università di Nimega in Olanda, ma prima e soprattutto è stato un carmelitano, innamorato della propria vocazione.
Raccontare la vita, spirituale e pubblica, del futuro santo è davvero importante. Chi visse con lui ne ricorderà sempre la gioia, la serenità e quel suo spendersi per gli altri che, in lui, è primario e speciale. Pur ricomprendo incarichi delicati ed istituzionali non ha esitato ad opporsi al Nazismo nella sua nazione, subendo l’arresto e la morte.
Nel corso della dura detenzione moltissime lettere raccontano la sua vita e quel modo tutto suo di intendere quel periodo di segregazione come un momento di vivere una maggior unione con il Cristo.
L'ultimo gesto compiuto racconta il suo cuore: prima di morire dona il proprio rosario ad una delle infermiere. Ucciso a seguito di un iniezione letale, spira con il sorriso sulle labbra desiderando quel Tutto che nel carmelitano è Dio.
Studioso della spiritualità del proprio Ordine ed innamorato degli scritti spirituali di Santa Teresa di Avila e Giovanni della Croce, ha speso la sua vita per il vangelo e per Cristo, morendo nel campo di concentramento di Dachau in quel lontano 26 luglio 1942.