Roma , giovedì, 25. novembre, 2021 9:00 (ACI Stampa).
5 novembre 1881- 25 novembre 2021, centoquarant’anni fa nasceva uno dei più grandi Pontefici della storia della Chiesa: Giovanni XXIII, il Papa del Concilio Vaticano II.
Tutti abbiamo nella memoria le immagini del suo viso dolce affacciarsi dallo studio papale del Palazzo Apostolico, ad apertura dell’assise ecumenica, quel famoso 11 ottobre del 1962. Ma il Pontefice bergamasco è conosciuto anche per l’importante ruolo che ricoprì per scongiurare una possibile terza guerra mondiale, quella nucleare tra Usa e l’Unione Sovietica. Roncalli conosceva bene cosa volesse dire la parola guerra: era stata scritta, infatti, sulla propria pelle perché aveva vissuto in prima persona il tragico periodo del primo conflitto mondiale.
Sullo sfondo una battaglia, quella di Caporetto. Una foto in bianco e nero, impolverata dal tempo ma ben conservata, ritrae un uomo in divisa: porta dei grossi baffi e negli occhi risplende la luce del coraggio. E’ don Angelo Roncalli. Il sacerdote nativo del paese di Sotto il Monte (BG) fu chiamato per il servizio militare il 30 novembre 1901. Seguiranno ben dodici mesi di leva, dei quali conserverà - per sempre - un profondo ricordo. In questo periodo vivrà l’esperienza della disciplina che sarà preziosa per il sacerdote don Angelo. E’ lo stesso Roncalli a scrivere nel Giornale dell’anima, il suo diario intimo pubblicato nel 1964: "L'esercizio dei mesi passati in caserma mi ha giovato molto; mi ha insegnato a capire, compatire, incoraggiare”.
Diversi i ruoli ricoperti in quel frangente storico: da fante a sergente di Sanità, per poi essere promosso a tenente cappellano militare dell'Ospedale di riserva in Bergamo, detto "Ricovero nuovo"; e poi, assistente spirituale negli ospedali militari della città; animatore della messa del soldato nella chiesa di Santo Spirito; e, infine, organizzatore della consacrazione al Sacro Cuore delle truppe del presidio cittadino.
Ma quali sono i sentimenti del cappellano militare Roncalli davanti a quella che Papa Pio XII definì “l’inutile strage”? Don Angelo, sempre nel suo Giornale dell’anima, presenta la fede come supporto ai soldati e lo sguardo è rivolto alla Vergine Maria. L’11 febbraio del 1916, festa della Madonna di Lourdes, scriverà: “So bene che che in quest’ora di dolore e di ansie per tutti, ci raccogliamo ancora presso lei. Qui abbiamo Lourdes in qualche modo: la Madonna, i ceri, i cuori sofferenti e palpitanti. (...) Come è doloroso lo spettacolo della guerra. Su, in alto, gli sguardi e le menti. Ecco la Madonna di Lourdes. Populus qui ambulabat in tenebris vidit lucem magnam (Is. 9,2). Sappiamo vedere un po’ negli avvenimenti odierni la mano di Dio che, attraverso i mali presenti, ci richiama ad una vita novella, ad una più giusta comprensione dei valori della vita”.