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Si è spento a Częstochowa il "monaco vestito di bianco" Jerzy Tomzinski

Aveva 103 anni ed è stato una vera leggenda per la Chiesa in Polonia

Padre  Jerzy Tomzinski |  | Monastero di Częstochowa
Padre Jerzy Tomzinski | Monastero di Częstochowa
Jerzy Tomzinski con Karol Wojtyła |  | deon.pl
Jerzy Tomzinski con Karol Wojtyła | deon.pl
Con il primate Wyszynski davanti all'icona della Madonna Nera  |  |  Monastero di Jasna Gora
Con il primate Wyszynski davanti all'icona della Madonna Nera | Monastero di Jasna Gora
P. Tomzinski in occasione dei 100 anni  riceve il  presidente polacco Andrzej Duda e dell'Arcivescovo Metropolita di Cracovia Jędraszewski. |  |
P. Tomzinski in occasione dei 100 anni riceve il presidente polacco Andrzej Duda e dell'Arcivescovo Metropolita di Cracovia Jędraszewski.

Fra dieci giorni avrebbe compiuto 103 anni ma è morto prima, la mattina del 14 novembre nell’ospedale di Częstochowa, ma vicino alla sua “casa”, il monastero della Madonna Nera dove è vissuto la maggior parte della sua vita. P. Jerzy Tomzinski, monaco dell’Ordine di San Paolo Primo Eremita, che custodisce il più famoso santuario mariano della Polonia è una vera leggenda: per due volte è stato generale del suo Ordine, tre volte priore del monastero di Jasna Góra; era amico del primate di Polonia, card. Stefan Wyszyński e  del card. Karol Wojtyla, incontrò quattro Papi: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, ma anche Padre Pio; è stato l’ultimo padre conciliare polacco vivente.

Jerzy Tomziński è nato il 24 novembre 1918 a Przystajnia vicino a Częstochowa. Nell 'Ordine di San Paolo Primo Eremita entrò nel 1935 e nel 1944 fu ordinato sacerdote al monastero di Jasna Góra. Da giovane sacerdote, divenne noto come eccezionale predicatore e confessore, molto impegnato nel lavoro pastorale e sociale. Studiò filosofia e teologia a Cracovia e Częstochowa e nel 1957 partì per Roma: studiò diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana sotto la guida di un gesuita, che poi divenne il cardinale Urbano Navarrete. Durante gli studi fu impegnato nella pastorale dei polacchi. Il 20 settembre 1962, ebbe l'onore di incontrare di persona Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Il 25 gennaio 1959 assistette all'annuncio della convocazione del Concilio Vaticano II da parte di Papa S. Giovanni XXIII e testimone della solenne apertura del Concilio l'11 ottobre 1962. Allora non poteva immaginare che sarebbe stato anche lui uno dei padri conciliari. 

Il 23 luglio 1963 fu eletto generale del suo Ordine dei Monaci di San Paolo primo Eremita. Da generale dei Paolini, partecipò all'ultima, quarta sessione del Concilio, che durò dal 14 settembre all'8 dicembre 1965. Apparteneva allora al gruppo dei 66 Padri conciliari polacchi. L'ultima sessione del Concilio coincideva con l’intenso periodo degli ultimi preparativi per la celebrazione del Millennio del Battesimo della Polonia (1966). Padre Tomziński discuteva con i vescovi su come celebrare questo anniversario speciale. I vescovi polacchi decisero di offrire a tutti i padri conciliari un'immagine della Madonna di Jasna Góra con una lettera che li invitava in Polonia. Le immaginette furono stampate in una delle stamperie veneziane dal negativo che padre Tomziński aveva con sé.  Il 4 dicembre 1965 le immagini furono portate in Vaticano e successivamente distribuite a tutti. Anche Paolo VI fu invitato e desiderava andare in Polonia, ma il regime comunista polacco impedì il viaggio papale. 

Alla  sua partecipazione all’ultima sessione del Consiglio sono legati anche fatti particolari. Durante le sedute conciliari solo i generali di tre ordini, Gesuiti, Domenicani e Francescani, sedevano nella basilica vaticana nei posti importanti. Gli altri superiori degli ordini religiosi avevano i loro posti nelle ultime file, dietro i vescovi. Ma quando p. Jerzy venne a Roma, morì il generale francescano e a lui fu assegnato il suo posto. In questo modo partecipò alle riunioni seduto in un posto privilegiato, molto vicino all’altare della confessione di S. Pietro. Per di più, con grande sorpresa gli fu chiesto di presiedere una delle Sante Messe cantate in latino per tutti i Padri conciliari. L’ Eucaristia veniva celebrata ogni giorno da un altro Padre del Consiglio. Padre Tomziński era uno dei tre polacchi, insieme all'arcivescovo Antoni Baraniak e l’arcivescovo Karol Wojtyła, che ebbero tale onore.

Di ritorno in Polonia p. Jerzy lavorò per 30 anni anche nella Commissione Mariana dell'Episcopato Polacco. Nel 1990 è stato eletto priore di Jasna Góra per la terza ed ultima volta, all'età di 72 anni e fu lui a preparare il santuario alla VI Giornata Mondiale della Gioventù a Czestochowa.  

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Nella sua lunga vita p. Tomzinski si occupava anche di giornalismo: fu addetto stampa del monastero di Częstochowa e corrispondente della Radio Vaticana, del Notiziario della Sala Stampa della Segreteria dell'Episcopato Polacco, nonché delle riviste “Niedziela” e “Jasna Góra”.

La vita di questo monaco era completamente legata alla Madonna e al suo santuario di Czestochowa. Ripeteva spesso che tutto quello che è successo nella sua vita “lo devo all'Ordine dei Paolini e al monastero di Jasna Góra”, sottolineando che gli eventi più importanti della sua vita sono avvenuti nella Cappella della Madonna. 

P. Tomzinski è morto l’anno della beatificazione del card. Stafan Wyszynski a cui fu legato in modo particolare. Diceva di lui: “Credo di conoscerlo da sempre. Sono contento che sia stato il Primate così legato al monastero di Jasna Góra, e di aver potuto lavorare nella sua scuola mariana e intraprendere grandi iniziative pastorali, che hanno certamente permesso alla Chiesa in Polonia di sopravvivere alle tenebre del terrore comunista. Essendo vicino a lui, ho avuto l'impressione di essere in contatto con un santo. Guardavo il Primate perché ero convinto che avesse l'aspetto di un santo, e volevo imparare tutto da lui, soprattutto la santa pazienza e fiducia in Dio”.

Con la morte di p. Jerzy Tomzinski scompare uno speciale testimone ma anche un artefice della storia della Polonia e della sua Chiesa,  ma anche un uomo sempre disponibile, modesto, sorridente, lucido fino ai suoi ultimi giorni, un "monaco vestito di bianco" che tutta la sua vita ha affidato alla Madonna Nera di Czestochowa.