Roma , martedì, 16. novembre, 2021 9:00 (ACI Stampa).
Il vaticanista Luigi Accattoli ha curato, insieme al collega Ciro Fusco, un opuscolo che raccoglie ‘settantadue storie italiane di morte e risurrezione nella stagione del Covid-19’, intitolato ‘Fatti di Vangelo in pandemia’: “Noi, autori di un’antologia di storie di vita, non ci sentiamo autorizzati a tirare un bilancio, ma dal nostro punto di osservazione azzardiamo una parola di maggiore fiducia: forse a quello che è mancato, se è mancato, nella voce della ‘Ecclesia docens’ ha in parte supplito la testimonianza data in vita e in morte dall’insieme dei singoli credenti”.
Nel volume tante storie, che raccontano esperienze di vita, capaci di far riscoprire il significato cristiano della cura: “Il messaggio positivo di questa esperienza… è quello di vedere una generazione di giovani medici e sanitari che si dedicano totalmente a questa emergenza. Nel loro servizio possiamo riscoprire la presenza del Signore, molto più potente, fedele e capillare delle forme a cui noi siamo abituati. Al di là delle forme della tradizione, c’è il mistero reale e presente del Cristo incarnato. E quindi chi si prende cura dei fratelli è Cristo che si prende cura di Cristo. Questo è il vero nome di tutto ciò che accade. E questo conferisce senso all’attesa, alla pazienza e anche al dolore”.
Storie di Vangelo che dal blog, da cui è scaturito il libro, raccontano anche di sacerdoti, di medici e di infermieri: “I nostri morti sono tanti: 39.764 nel momento in cui scrivo. Da marzo a oggi se ne è andata, non riuscendo a respirare, una popolazione come quella della città di Macerata o di Rovereto. Ma poche, tra così tante vicende luttuose, hanno un contenuto testimoniale narrabile.
Magari molte ce l’hanno per i familiari e per quanti hanno curato chi moriva: il modo di affrontare la morte e il testamento a esso affidato possono infatti essere comunicati anche con un sorriso, una lacrima, un movimento degli occhi. Qualche storia che si conclude con uno sguardo l’ho pure narrata, ma ho cercato spesso inutilmente un ultimo messaggio inviato con il telefonino, una parola di commiato…
Un paio delle mie storie narrano di famiglie che accompagnano una madre e una figlia al cimitero in regime di massima chiusura, con gli altri parenti costretti a seguire il rito della tumulazione dalla finestra…