Altri ambiti di cooperazione sono quelli con il Bambino Gesù, ma anche nell’educazione.
Da parte sua, l’arcivescovo Gallagher ha sottolineato di essere stato invitato più volte e di riscontrare “molti livelli nella nostra cooperazione”, a partire dai diversi eventi culturali già in programma o già svolti. Dostoevsky, in particolare, è “un tema particolarmente importante per noi”.
FOCUS ESTERI
Il ministro degli Esteri greco ricevuto in Vaticano
Dopo la telefonata della scorsa settimana con l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Nikos Dendias, ministro degli Esteri greco, è stato in Vaticano il 9 novembre, per un incontro con il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano. Secondo un tweet del ministero degli Esteri greco, entrambi gli officiali hanno riaffermato “le eccellenti relazioni tra Grecia e Vaticano, e hanno avuto una costruttiva discussione su temi bilaterali e regionali in vista della visita di Papa Francesco in Grecia a Dicembre”.
Nella discussione, è stata toccata a lungo la questione dei Balcani Occidentali: entrambe le parti hanno espresso preoccupazione per gli ultimi sviluppi, e si è parlao anche della possibilità di un incontro multilaterale cui partecipino il “ministro degli Esteri” vaticano, quello greco e gli omologhi dei Paesi della zona. Si tratta, comunque, solo di una ipotesi, da definire a livello tecnico.
Il ministro degli Esteri ha anche aperto, l’8 novembre, una mostra organizzata dall’ambasciata di Grecia presso la Santa Sede al Palazzo della Cancelleria. La mostra celebra i 40 anni di relazioni diplomatiche tra Grecia e Sana Sede.
Il ministro degli Esteri del Kirghizistan saluta Papa Francesco
Il 10 novembre, al termine dell’udienza generale, Papa Francesco ha salutato Ruslan Kazakabev, ministro degli Esteri del Kirghizistan. È la prima volta che un così alto rappresentante della nazione asiatica visita la Santa Sede. Il ministro ha anche avuto un colloqui con il Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano.
Kirghizistan e Santa Sede hanno rapporti diplomatici dal 27 agosto 1992, e il nunzio in Kirghizistatn è l’arcivescovo Francis Assisi Chullikat, che è anche ambasciatore del Papa in Kazakhstan e Tajikistan.
Il ministero degli Esteri del Kirghizistan ha reso noto in un comunicato che Papa Francesco “ha espresso i suoi migliori auguri alla leadership del Paese e al popolo di questa ex Repubblica sovietica”, e che durante l’incontro con il Cardinale Parolin “le parti hanno rilevato la necessità di rafforzare la cooperazione bilaterale in ambito politico, culturale e umanitario, nonché di ampliare il quadro giuridico dei reciproci rapporti”.
Sempre secondo il ministero degli Esteri, Kazabkaev ha “informato il Segretario di Stato vaticano sulle riforme politiche interne per rafforzare le istituzioni democratiche in Kirghizistan e sull'elezione dei deputati allo Jogorku Kenesh (Parlamento unicamerale o Consiglio Supremo) della Repubblica del Kirghizistan prevista per il 28 novembre 2021".
Dalla Santa Sede ci sarebbe stata disponibilità ad intensificare la cooperazione con Kirghizistan, anche nello scambio di informazioni della ricerca archivistica. Le due parti hanno anche condiviso alcuni punti dell’agenda internazionale e regionale, e hanno anche affrontato le questioni della tolleranza interreligiosa sono state discusse separatamente, anche nel campo dell’istruzione”.
In occasione del 30° anniversario dell'istituzione delle relazioni diplomatiche tra Kirghizistan e Vaticano nel 2022, "il ministro Ruslan Kazakbaev ha suggerito al Vaticano di considerare la conclusione di un accordo sul miglioramento della cooperazione tra la Repubblica del Kirghizistan e il Vaticano, che includa istruzione e cultura. A sua volta, il Segretario di Stato vaticano ha accolto le proposte del ministro Ruslan Kazakbaev sull'ampliamento del quadro giuridico dei due Paesi, nonché sull'organizzazione di visite reciproche ai massimi livelli nel 2022."
Svizzera – Santa Sede, 100 anni di relazioni diplomatiche
Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, è stato il 7 e l’ 8 novembre in Svizzera per festeggiare il centenario delle relazioni diplomatiche con la Confederazione Elvetica. Le celebrazioni sarebbero dovute avvenire lo scorso anno (Santa Sede e Svizzera hanno stretto relazioni diplomatiche nel 1920, dopo che erano state interrotte tra il 1873 e il 1920), ma sono state posticipate di un anno a causa della pandemia.
Il Cardinale Parolin ha celebrato Messa domenica 7 novembre a Ensiedeln, e poi, l’8 novembre, ha incontrato a Berna Ignazio Cassis, consigliere federale. I due hanno firmato una dichiarazione congiunta che mira a rafforzare la cooperazione bilaterale e multilaterale in vari settori nell’ambito della promozione della pace.
Secondo un comunicato del Dipartimento Federale degli Affari Esteri, Cassis e Parolin “hanno discusso sia di questioni bilaterali e di temi internazionali”, concordando di rafforzare “l’impegno comune e la cooperazione” per consolidare la pace e tutelare la dignità umana, considerando anche “la proliferazione dei conflitti armai e l’erosione dei diriti fondamentali nel mondo”.
Nella dichiarazione congiunta, una particolare attenzione è stata posta “all’abolizione universale della pena di morte, alla protezione delle minoranze e al dialogo interreligioso”.
La visita del Cardinale Parolin a Berna è iniziata con una visita di cortesia al presidente della Confederazione Guy Parmelin, che lo scorso maggio si era recato a sua volta in Vaticano per il giuramento della Guardia Svizzera Pontificia. Si è in seguito svolto un incontro interconfessionale nello storico Municipio di Berna, organizzato congiuntamente dalla Chiesa evangelica riformata in Svizzera e dalla Conferenza dei vescovi svizzeri, a testimonianza del carattere ecumenico dei rapporti tra le due confessioni.
Nel pomeriggio, all’Università di Friburgo, il consigliere federale Cassis e il Cardinale Parolin hanno inaugurato una conferenza pubblica sulla storia delle relazioni fra i due Stati, a cui hanno preso parte anche rappresentanti del mondo politico, confessionale e filantropico, oltre a numerosi studenti.
La Nunziatura apostolica in Svizzera fu aperta nel 1586 a Lucerna ed è la più antica rappresentanza permanente del Vaticano a nord delle Alpi. Tuttavia, nel 1873 il “Kulturkampf” (lotta culturale) portò alla rottura delle relazioni diplomatiche tra la Svizzera e la Santa Sede, riallacciate solo più tardi, nel 1920.
FOCUS COP26
La Santa Sede sul COP26
L’11 novembre, la Santa Sede ha diffuso una dichiarazione sul COP26, sottolineando che la delegazione ha portato a Glasgow le preoccupazioni di Papa Francesco. “L’ambizioso impegno – si legge nella dichiarazione – preso dagli Stati di limitare la crescita della temperatura media globale a 1,5 gradi oltre i livelli pre-industriali e di fornire per questo le necessarie risorse finanziarie sono promettenti e allo stesso tempo essenziali per la sopravvivenza delle comunità più vulnerabili”.
La Santa Sede riconosce che c’è da fare di più, ma apprezza gli impegni presi dagli Stati, nonostante “in queste due settimane, molti gap sono emersi sul campo della mitigazione, adattamento e finanziamento”, e che per questo c’è bisogno di rafforzare le risorse poste su questi obiettivi.
La speranza della Santa Sede è che si raggiunga un accordo su una chiara roadmap per superare queste mancanze, perché la questione delle perdite e dei danni è “particolarmente critica per le comunità più espose al cambiamento climatico”. La Santa Sede nota anche che Papa Francesco ha “chiaramente enfatizzato il debito ecologico e la solidarietà che le nazioni più industrializzate debbono ai poveri”, e spera che la decisione finale della COP26 sia “ispirata da un genuino senso di responsabilità verso le generazioni presenti e future”.
FOCUS MULTILATERALE
75 anni dell’UNESCO. L’intervento del Cardinale Parolin
In una sessione celebrativa del 75esimo anniversario dell’UNESCO (Papa Francesco ha inviato messaggio), il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, è intervenuto alla Conferenza Generale dell’organizzazione a Parigi delineando le priorità della Santa Sede sul tema.
Il Cardinale ha prima di tutto chiesto di “ripartire da una istruzione inclusiva e di qualità”, considerando il fatto che “la pandemia di Covid-19 ha interrotto l'istruzione per oltre un miliardo di bambini in il mondo”, e che per questo una particolare concentrazione dei piani di rilancio dell’agenda 2030 dovrebbe essere prestata all’educazione. Il Segretario di Stato vaticano ricorda anche “il lavoro instancabile di molte scuole cattoliche, università e istituzioni educative presente nel mondo, attraverso il quale la Santa Sede continuerà ad esercitare il suo ruolo di garanzia a tutti, l'accesso a un'istruzione di qualità, nel pieno rispetto della dignità della persona la persona umana e la nostra comune vocazione alla fraternità”.
A tal proposito, la Santa Sede depositerà nei prossimi giorni “ lo strumento di ratifica della Convenzione globale sul riconoscimento dei titoli di studio relativi all'istruzione superiore. Ciò consentirà alla Santa Sede di impegnarsi più concretamente come partner internazionale, offrendo agli Stati il proprio contributo per migliorare la qualità formazione scolastica”.
Il Cardinale Parolin ricorda dunque che non c’è educazione di qualità se questa “si limita a fornire esclusivamente un insieme di conoscenze tecniche”, e che si tratta quindi “di sforzarsi di promuovere una formazione umana completa: intelligenza, sede della consapevolezza; cuore, sede dei valori e scelte morali; e le mani, simbolo di azione”.
La Santa Sede sottolinea dunque la necessità di educare ad una “ecologia integrale”, per rafforzare “le interconnessioni tra educazione e salvaguardia della casa comune”, e nota che a questo proposito è stato stabilito lo scorso ottobre “un dipartimento’ di studi di ecologia e ambiente presso la Pontificia Università Lateranense”, in cui ci sarà una Cattedra UNESCO sul futuro dell’educazione alla sostenibilità.
Tema centrale per la Santa è quello dell’intelligenza artificiale, non a caso da tempo oggetto del lavoro dell’UNESCO. Il Cardinale Parolin nota che “per la Santa Sede, rimane valido il principio che tutto ciò che è tecnicamente possibile o
fattibile non è quindi eticamente accettabile”, e per questo “pertanto, la Santa Sede si posiziona a favore di un'intelligenza artificiale che serva ogni persona e l'umanità nel suo insieme; che rispetti la dignità della persona umana, in modo che ogni individuo possa beneficiare dei progressi tecnologici; e a chi non piace unico obiettivo di miglior profitto o di graduale sostituzione delle persone sul posto di lavoro”.
Il Cardinale Parolin nota che “la Chiesa non si aspetta che la scienza segua solo principi etici. Lei lo incoraggia a rendere un servizio positivo”.
Infine, il Cardinale Parolin parla del patrimonio culturale della fede, e ringraziando l’UNESCO per aver deciso di celebrare nel biennio 2022-2023
“alcune figure di santi come Teresa di Lisieux e Nersès il Grazioso”, la cui testimonianza “lascia traccia dell'inestimabile eredità cristiana che ha segnato la formazione contesto socio-culturale dell'umanità. Ma è anche un invito a considerare la dimensione trascendente della vita per coltivare insieme il sogno di un umanesimo unito”.