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Papa Francesco, la Chiesa dialoghi con la sete di infinito che definisce l'essere umano

La visita del Papa alla nuova sala espositiva della Biblioteca Apostolica Vaticana

La visita del Papa alla Bav |  | @bibliovaticana
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“Non dobbiamo tralasciare di pensare e di parlare di bellezza, perché il cuore umano non ha bisogno solo di pane, non ha bisogno solo di quello che garantisce la sua immediata sopravvivenza: ha bisogno anche di cultura, di quello che tocca l’anima, che ravvicina l’essere umano alla sua dignità profonda. Per questo la Chiesa deve testimoniare l’importanza della bellezza e della cultura, dialogando con la particolare sete d’infinito che definisce l’essere umano”.

Papa Francesco lo ha detto al termine della vista di una nuova sala e di una  mostra della Biblioteca Apostolica vaticana 

La nuova Sala Espositiva della Biblioteca è intitolata a Kirk Kerkorian, imprenditore e filantropo statunitense, ed è stata realizzata grazie alla generosità dei signori Anthony Mandekic, Eric Esrailian e Lindy Schumacher, per il tramite di Sanctuary of Culture Foundation. La mostra ha un titolo particolare : “Tutti. Umanità in cammino, trae ispirazione dall'enciclica papale Fratelli tutti”.

“La vita è arte dell’incontro” ha detto il Papa: “Le culture si ammalano quando diventano autoreferenziali, quando perdono la curiosità e l’apertura all’altro. Quando escludono invece di integrare. Che vantaggio abbiamo a farci guardiani di frontiere, invece che custodi dei nostri fratelli? La domanda che Dio ci ripete è quella: “Dov’è il tuo fratello?””.

Ed ha aggiunto che dopo la pandemia è più che mai chiaro che “la logica dei blocchi chiusi è sterile e piena di equivoci. Abbiamo bisogno di una nuova bellezza, che non sia più il solito riflesso del potere di alcuni, ma il mosaico coraggioso della diversità di tutti. Che non sia lo specchio di un antropocentrismo dispotico, ma un nuovo cantico delle creature, dove trovi effettiva concretezza un’ecologia integrale”.

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La biblioteca per Papa Francesco “oltre a custodire il passato, osa essere una frontiera del presente e del futuro” e quindi “sogniamo insieme “nuove mappe”. Penso in particolare alla necessità di passare dall’analogico al digitale, di tradurre sempre più il nostro patrimonio nei nuovi linguaggi. È una sfida storica che dobbiamo affrontare con saggezza e audacia. Conto sulla Biblioteca Apostolica per tradurre il deposito del cristianesimo e la ricchezza dell’umanesimo nei linguaggi dell’oggi e del domani”.

Le opere in mostra di Pietro Ruffo, sono in parte realizzate per l’occasione  interpretano il tema del viaggio e della migrazione. In mostra anche alcuni manoscritti e carte geografiche di pregio conservate in Biblioteca, come la seicentesca mappa del Nilo di Evliya Çelebi, opera unica di cartografia  di viaggio lunga circa sei metri.

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 25 febbraio 2022, ogni martedì e mercoledì dalle 16 alle 18, previa  prenotazione sul sito della Biblioteca . 

La Biblioteca Apostolica Vaticana inizia la sua storia moderna con Papa Niccolò V, che intorno alla metà del ’400 decise di aprire le collezioni librarie papali agli uomini dotti e con Sisto IV, che diede un assetto più stabile all’organizzazione della  Biblioteca con la Bolla Ad decorem militantis ecclesiae del 15 giugno 1475. 

 

 

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