Città del Vaticano , sabato, 6. novembre, 2021 12:30 (ACI Stampa).
Si è conclusa il 4 novembre la lunga visita del cardinale Leonardo Sandri in Siria. Una vista per dare coraggio ad una comunità in difficoltà che però ha chiesto che il Papa possa recarsi in visita quanto prima nel paese.
Nelle ultime tappe Sandri è stato ad Aleppo dove ha incontrato i religiosi e le istituzioni di formazione per i catechisti. E proprio i religiosi sono stati in prima linea nel soccorso alle popolazioni durante la guerra.
Padre Ibrahim, religioso francescano della Custodia di Terra Santa, ha detto che “hanno fatto la parte del leone” nella gestione dell’emergenza causata dalla guerra, portando il peso della situazione a nome della Chiesa universale di fronte all’enorme piaga, ed ora sono stanchi ed hanno bisogno di una direzione.
Significativa la testimonianza di un padre salesiano dedicata alla situazione giovanile. Prima la nazionalizzazione degli anni ’60 per la quale i salesiani non hanno potuto portare avanti la scuola professionale per l’avvio della quale erano stati invitati alla missione in Siria da parte della Congregazione per le Chiese Orientali nel 1948. Oggi i giovani frequentano l’ oratorio e così si incontrano molte situazioni di disagio: l’impennata dell’uso di droga e alcool, il diffondersi della prostituzione, tutte realtà indice di un crescere senza speranza. Il lavoro comune con i Francescani cerca di offrire ai giovani una formazione umana e professionale più completa, fornendo loro degli strumenti, sperando che possano rimanere in Siria o che siano comunque più preparati ad affrontare la vita altrove. I giovani sono la speranza e la sfida per la Siria di oggi e di domani.
Un fratello marista ha ricordato la loro presenza ad Aleppo sin dal 1904, e di come la nazionalizzazione delle scuole nel 1967 li abbia aiutati a ripensare la modalità di vivere la loro missione. L’incontro e il servizio con il mondo musulmano è ora una scelta e una testimonianza di vita.