Tolentino , giovedì, 4. novembre, 2021 14:00 (ACI Stampa).
‘Siamo riusciti a riunire al Vaccaj di Tolentino, una rappresentanza dell’ordine francescano: Minori, Conventuali, Cappuccini’: queste parole del presidente del Comitato per le Celebrazioni in memoria del Beato Tommaso da Tolentino, Franco Casadidio, hanno chiuso il convegno ‘Tommaso da Tolentino e i Francescani nelle Marche, dai primi insediamenti alle missioni in Oriente’, ospitato al teatro della città in provincia di Macerata.
Il convegno è stata un’occasione di confronto che ha visto riuniti esperti relatori provenienti dal Nord e Sud d’Italia, uniti dagli studi per il francescanesimo: Tommaso fu un frate minore; un missionario che, in nome della povertà francescana e dell’applicazione rigorosa della regola, fu trucidato in India da infedele il 9 aprile del 1321. A portare il saluto p. Ferdinando Campana, presidente de ‘La Terra dei Fioretti’, editrice del libro ‘Tommaso da Tolentino, storia di un francescano’, scritto da Paolo Cicconofri e Carlo Vurachi con la collaborazione di Franco Casadidio.
Roberto Lambertini, docente all’Università di Macerata ha ricordato come dalle Marche siano partite molte figure importanti che hanno diffuso il francescanesimo e di come Tommaso sia figura emergente di un movimento più vasto. Il prof. Alfonso Marini, docente all’Università La Sapienza di Roma, ha ricordato il contesto storicamente importante in cui visse Tommaso, sottolineando come il frate spirituale sia venerato non solo a Tolentino, mentre frà Luciano Bertazzo, direttore del Centro Studi Antoniani di Padova, ha sottolineato in quale modo le relazioni dei viaggi compiute dai francescani, hanno consentito di scoprire e conoscere l’Oriente.
Felice Accrocca, arcivescovo metropolita di Benevento e membro della Congregazione delle Cause dei Santi, ha ricordato che i francescani furono i primi ad entrare in Cina, trent’anni prima di Marco Polo e che portarono i loro principi di evangelizzazione dell’Oriente, traducendo il messaggio con le opere della loro vita.
A lui abbiamo chiesto di spiegarci il motivo per cui i francescani scelsero la Cina come missione: “Per il motivo che nelle due regole di san Francesco un capitolo è dedicato a coloro che volevano andare come missionari nelle terre dei ‘non cristiani’. L’indole missionaria è nell’indole dell’ordine francescano. Poi ci fu un motivo storico: dall’Oriente premevano i mongoli ed altri popoli, da cui iniziò un processo di conoscenza reciproca. I missionari ed i mercanti al seguito (come Marco Polo) iniziarono ad andare da Occidente ad Oriente”.