Londra , giovedì, 4. novembre, 2021 9:00 (ACI Stampa).
Il 22 ottobre è il giorno della memoria di San Giovanni Paolo II. Ed è stata a lui consacrata una novena proclamata dai vescovi di Inghilterra e Galles per pregare contro l’approvazione della legge dell’eutanasia, che andava in seconda lettura alla Camera dei Lord proprio il 22 ottobre. La legge è poi passata in quella seconda lettura, anche se ci sono anche altri passaggi da fare perché diventi ufficiale. E anche i vescovi continuano a combattere per non trascinare il Regno Unito sul piano inclinato delle leggi pro-morte, come è successo in altri Paesi Europei.
Si chiama “Legge per l’assistenza a morire” (Assisted Dying Bill), ed è stata presentata dalla Baronessa Molly Christine Meacher. È la terza proposta di legge sul tema. Le altre due sono state redatte prima delle elezioni del 2015 e non sono mai diventate legge. Ma ora, sembra che i tempi siano più maturi, o semplicemente la composizione del Parlamento è diversa.
La proposta di legge punta a legalizzare il morire come una scelta per adulti malati terminali e mentalmente abili nei loro sei mesi finali di vita. Perché questa scelta sia convalidata, ci vuole il parere favorevole di due dottori indipendenti e un giudice di una Alta Corte. In caso di parere positivo, il paziente potrebbe essere fatto morire nel modo e nel luogo che lui sceglierà.
Ad oggi, il suicidio assistito è punito in Inghilterra con un massimo di 14 anni di prigione.
La legge è passata in seconda lettura nonostante diversi pareri sfavorevoli, emersi dalle relazioni di 60 Lord che hanno messo in luce la necessità di proteggere i vulnerabili e le persone con disabilità, e stigmatizzato l’uso improprio di un linguaggio di compassione quando si parla di suicidio assistito.