Città del Vaticano , lunedì, 1. novembre, 2021 12:11 (ACI Stampa).
Gioia e profezia, sono queste le due parole che segnano la festa di oggi per Papa Francesco.
All’Angelus della Solennità di Tutti i Santi il Papa ha commentato il Vangelo delle Beatitudini che si legge oggi in tutte le chiese cattoliche.
La santità, ha detto il Papa, è un dono: “siamo santi perché Dio, che è il Santo, viene ad abitare la nostra vita”. E la gioia del cristiano è “la certezza di poter affrontare ogni situazione sotto lo sguardo amoroso di Dio, con il coraggio e la forza che provengono da Lui”. Del resto “senza gioia, la fede diventa un esercizio rigoroso e opprimente, e rischia di ammalarsi di tristezza” e “non c’è santità senza gioia!”
Profezia poi nell’essere contro-corrente del messaggio delle Beatitudini: “la vera pienezza di vita si raggiunge seguendo Lui, praticando la sua Parola. E questo significa essere poveri dentro, svuotarsi di sé per fare spazio a Dio”. Una vera “profezia di un’umanità nuova, di un modo nuovo di vivere: farsi piccoli e affidarsi a Dio, invece che emergere sugli altri; essere miti, invece che cercare di imporsi; praticare la misericordia, anziché pensare solo a sé stessi; impegnarsi per la giustizia e per la pace, invece che alimentare, anche con la connivenza, ingiustizie e disuguaglianze”.
Ecco allora cosa è la santità, spiega Papa Francesco: “accogliere e mettere in pratica, con l’aiuto di Dio, questa profezia che rivoluziona il mondo”.