Città del Vaticano , domenica, 24. ottobre, 2021 12:20 (ACI Stampa).
“Chiediamoci: “Come va la mia preghiera?”. È coraggiosa, ha l’insistenza buona di quella di Bartimeo, sa “afferrare” il Signore che passa, oppure si accontenta di fargli un salutino formale ogni tanto, quando mi ricordo? E poi: la mia preghiera è “sostanziosa”, mette a nudo il cuore davanti al Signore? Gli porto la storia e i volti della mia vita? Oppure è anemica, superficiale, fatta di rituali senza affetto e senza cuore?”. Queste le domande che Papa Francesco suggerisce ia fedeli riuniti in Piazza San Pietro per la preghiera domenicale dell’ Angelus.
Commentando il Vangelo di oggi che racconta la vicenda del cieco Bartimeo guarito da Gesù, il Papa ha spiegato come deve essere la preghiera: “Dio ascolta sempre il grido del povero, e non è per nulla disturbato dalla voce di Bartimeo, anzi, si accorge che è piena di fede, una fede che non teme di insistere, di bussare al cuore di Dio, malgrado l’incomprensione e i rimproveri. E qui sta la radice del miracolo. Infatti Gesù gli dice: «La tua fede ti ha salvato»”.
Non si tratta, dice il Papa, di “una preghierina timida e convenzionale” ma “presenta sé stesso: chiede misericordia per la sua persona, per la sua vita. Non è una richiesta da poco, ma è bellissima, perché invoca la pietà, cioè la compassione, la misericordia di Dio, la sua tenerezza”.
Non servono tante parole, ma tanta fede, Bartimeo “si affida all’amore di Dio, che può far rifiorire la sua vita compiendo ciò che è impossibile agli uomini. Per questo al Signore non chiede un’elemosina, ma manifesta tutto, la sua cecità e la sua sofferenza, che andava al di là del non poter vedere. La cecità era la punta dell’iceberg, ma nel suo cuore ci saranno state ferite, umiliazioni, sogni infranti, errori, rimorsi”.
Il Papa racconta poi l'esperienza di un papà che prega tutta la notte gridando per la salute della figlia davanti al cancello di un santuario e ottiene il miracolo.