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Magnum Principium, pubblicato il decreto che ne recepisce le disposizioni

Dopo 4 anni dalla pubblicazione del Motu Proprio del Papa con cui riaffermava il controllo della Sede Apostolica sulle edizioni dei testi liturgici

L'Arcivescovo Arthur Roche, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti |  | Archivio CNA L'Arcivescovo Arthur Roche, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti | | Archivio CNA

La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacremanti ha emanato oggi il decreto Postquam Summus Pontifex che recepisce il Motu Proprio di Papa Francesco Magnum Principium, del 3 settembre 2017: di fatto con quel provvedimento il Papa riaffermava il controllo della Sede Apostolica sulle edizioni dei testi liturgici.

La prima parte del Decreto si occupa di richiamare, emendare, interpretare “le norme, la disciplina, le procedure in materia di traduzione dei libri liturgici e del loro adattamento, in particolare quanto alle competenze della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e delle Conferenze Episcopali, salva la competenza della Congregazione per la Dottrina della Fede e le approvazioni riservate al Sommo Pontefice, mentre nella seconda parte si indicano alcune variationes, da introdurre nelle nuove edizioni dei libri liturgici”.

La traduzione di un libro liturgico, approvata dalla Conferenza Episcopale – ribadisce il Decreto - è inviata per la confirmatio alla Sede Apostolica con lettera firmata dal Presidente e dal Segretario della Conferenza Episcopale, accompagnata dagli atti relativi alla votazione, unitamente a due copie del testo, cui allegare anche il formato elettronico, e una relazione circa il lavoro compiuto e le scelte fatte. La medesima norma, alla luce degli Statuti delle singole Conferenze Episcopali, vale anche per la traduzione di nuovi testi da inserire in un libro liturgico. Ottenuta la confirmatio e la recognitio della Sede Apostolica, il libro liturgico viene promulgato con decreto firmato dal Presidente e dal Segretario della Conferenza Episcopale”.

Il processo concernente gli adattamenti non contemplati nei libri liturgici tipici – si legge ancora nel Decreto - necessita, dopo l’approvazione di essi da parte della Conferenza Episcopale, della recognitio della Sede Apostolica, concessa con decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Trattandosi di elementi rituali e di testi peculiari, la recognitio suppone la loro congruità con il Rito Romano, al fine di salvaguardarne la sostanziale unità, e insieme la conformità con la fede cattolica. La recognitio consiste pertanto in una revisione compiuta dalla Sede Apostolica di quanto approvato dalla Conferenza Episcopale per il suo territorio, e della legittimità dell’iter seguito, tenendo conto dei motivi dettati dalla cultura, dalla tradizione di un Paese e dalle necessità pastorali. Quanto agli adattamenti “ad interim” o “ad experimentum”, considerando gli aspetti positivi e negativi appresi dall’esperienza, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti avrà cura che siano rispettati i tempi, i criteri e la valutazione di essi, in modo da giungere a una loro definizione stabile”. 

La confirmatio – viene spiegato nel testo firmato dall’Arcivescovo Roche - consiste nella ratifica data dalla Sede Apostolica alla traduzione dei testi biblici e liturgici, dopo aver constatato la legittimità della procedura di approvazione seguita dalle Conferenze Episcopali per i diversi aspetti implicati, ossia l’adozione ed estensione di una data lingua nella liturgia, i criteri di traduzione, l’integrità dei testi rispetto ai libri liturgici tipici, la corrispondenza ad essi, gli adempimenti delle scelte già indicate nei libri liturgici che spettano alle Conferenze Episcopali”.

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