Città del Vaticano , lunedì, 26. ottobre, 2015 11:14 (ACI Stampa).
Dignità umana, nuovi conflitti armati, situazione internazionale con aree del mondo come Africa e Medio Oriente dove si moltiplicano i teatri di guerra. Su tutto questo sono chiamati a riflettere i Cappellani militari che svolgono a Roma il IV corso di aggiornamento sul Diritto internazionale umanitario. E a loro il Papa, che li ha ricevuti in udienza questa mattina, ha ricordato come la guerra “ sfigura i leami tra fratelli” ma sfigura anche coloro che sono testimoni di tali atrocità.
Il Diritto umanitario ha detto il Papa “si propone di salvaguardare i principi essenziali si umanità in un contesto, quello della guerra, che, che è in sè stesso disumanizzante. Esso è volto a proteggere coloro che non partecipano al conflitto, come la popolazione civile o il personale sanitario e religioso, e coloro che non vi partecipano più attivamente, come i feriti e i prigionieri.”
Un diritto che deve essere sempre più diffuso dice il Papa, ma è anche vero che come cristiani “restiamo profondamente convinti che lo scopo ultimo, il più degno della persona e della comunità umana è l’abolizione della guerra. Perciò dobbiamo sempre impegnarci a costruire ponti che uniscono e non muri che separano; dobbiamo sempre aiutare a cercare uno spiraglio per la mediazione e la riconciliazione; non dobbiamo mai cedere alla tentazione di considerare l’altro solamente come un nemico da distruggere, ma piuttosto come una persona, dotata di intrensica dignità creata da Dio a sua immagine.”
Il Papa ha concluso ricordando poi la grande importanza della preghiera per affrontare l’impegno nell’alimentare la dimensione etica e spirituale per i militari e le loro famiglie.