Città del Vaticano , sabato, 28. marzo, 2015 13:05 (ACI Stampa).
“La Santa di Ávila risplende come guida sicura e modello attraente di donazione totale a Dio”; “ci ha lasciato un grande tesoro, pieno di proposte concrete, vie e metodi per pregare, che, lungi dal chiuderci in noi stessi o dal condurci solo ad un equilibrio interiore, ci fanno ripartire sempre da Gesù e costituiscono un’autentica scuola per crescere nell’amore verso Dio e verso il prossimo”. Lo scrive Papa Francesco a Padre Saverio Cannistrà, Preposito Generale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, per unirsi “insieme a tutta la Chiesa al rendimento di grazie per il carisma di questa donna eccezionale”, nei cinquecento anni dalla nascita di Santa Teresa di Gesù”.
Che è stata, secondo il Papa, “soprattutto soprattutto maestra di preghiera. Nella sua esperienza è stata centrale la scoperta dell’umanità di Cristo”, si legge nella lettera. “Era convinta – aggiunge Francesco - del valore della preghiera continua, benché non sempre perfetta. La Santa ci chiede di essere perseveranti, fedeli, anche in mezzo all’aridità, alle difficoltà personali o alle necessità pressanti che ci chiamano”. Inoltre, “ci apre nuovi orizzonti, ci convoca per una grande impresa, per guardare il mondo con gli occhi di Cristo, per cercare ciò che Lui cerca e amare ciò che Lui ama”.
Il Papa ricorda la ricorrenza collegandola all’Anno speciale dedicato alla vita consacrata, ancora in corso, e dice: “Santa Teresa sapeva che né la preghiera né la missione si possono sostenere senza un’autentica vita comunitaria. Perciò, il fondamento che pose nei suoi monasteri fu la fraternità”, il contrario delle chiacchiere, delle gelosie, delle critiche e del pettegolezzo, citati in alcuni scritti della Santa, che metteva al primo posto “l’umiltà, non come trascuratezza esteriore né timidezza interiore dell’anima”.
Ecco perché, ancora oggi, “le comunità teresiane sono chiamate e diventare case di comunione, capaci di testimoniare l’amore fraterno e la maternità della Chiesa, presentando al Signore le necessità del mondo, lacerato dalle divisioni e dalle guerre”. “Quanto bene – annota Francesco - continuano a fare a tutti noi la testimonianza della sua consacrazione, nata direttamente dall’incontro con Cristo, la sua esperienza di preghiera, come dialogo continuo con Dio, e la sua vita comunitaria, radicata nella maternità della Chiesa!”.