Città del Vaticano , martedì, 19. ottobre, 2021 9:00 (ACI Stampa).
Secondo il Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, sono solo due le principali novità del nuovo Regolamento dei postulatori: quello che cardinali o vescovi che sono membri della Congregazione delle Cause dei Santi, o chi è officiale o consultore della Congregazione, non possono essere postulatori o promotori di una causa di santità; e quella che, al di là dei postulatori generali degli ordini religiosi, nessun postulatore può lavorare contemporaneamente a più di 30 cause.
Ma se queste sono le due principali novità, in generale il nuovo Regolamento dei Postulatori, firmato dal Cardinale Semeraro l’11 ottobre ma autorizzato dal Papa già il 30 agosto, porta con sé la novità di un ,maggiore controllo centrale su coloro che si possono definire gli “operai” della Fabbrica dei Santi.
La riforma parte da lontano. Nel marzo 2016, Papa Francesco stabilì nuove norme per l’amministrazione delle Cause dei Santi, cercando di renderle più trasparenti e dando maggiore potere ai vescovi diocesani e ai superiori maggiori, chiamati ad approvarne i bilanci. Ora, gli stessi vescovi diventano cruciali nel monitoraggio della postulazione.
In 86 punti, il regolamento dettaglia procedure e norme. Diversi gli elementi da segnalare. Per esempio, il postulatore non prende uno stipendio per il suo lavoro, ma piuttosto “un giusto compenso” (ma si specifica può lavorare anche a titolo gratuito); non è considerato dipendente vaticano, e per questo il compenso non è esente da dalle tasse in Italia, secondo il regime di esenzione del Trattato Lateranense; i postulatori non possono essere tesorieri o amministrazione dei fondi donati alla causa.
Il regolamento spiega nel dettaglio compiti e responsabilità del postulatore, che è quello che segue la causa di beatificazione, e che ha un ruolo specifico nelle inchieste di martirio, sulle virtù eroiche, sull’offerta della vita e sul culto antico sia nella fase diocesana e romana. Ma anche nel riconoscimento del miracolo, nonché nelle cerimonie di beatificazione e canonizzazione.