Udine , lunedì, 18. ottobre, 2021 18:00 (ACI Stampa).
Che forma ha l’infinito? E come lo hanno raccontato i pittori negli anni tra Monet e Picasso? La risposta si trova in una mostra appena aperta a “Casa Cavazzini” a Udine. Non è una “qualsiasi” mostra di arte moderna dedicata ai grandi nomi, è piuttosto un “cammino spirituale”. E l’organizzatore ha molta esperienza nel settore, Don Alessio Geretti, sacerdote udinese e direttore artistico delle mostre di Illegio.
Ora è Udine che presta la sua più bella sala di esposizione di arte moderna e contemporanea a questo esperimento culturale che a Illegio ha coinvolto tutta la popolazione e soprattutto i giovani che sono diventati delle vere guide per il cammino.
"Casa Cavazzini”, ospita le 50 opere strepitose e alcune molto difficili da fa uscire dai musei dove sono custodite. La mostra che ha il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Promoturismo FVG, della Fondazione Friuli ed è realizzata con il sostegno speciale di Gruppo Hera Amga Energia e Servizi.
Qualche giorno fa l’evento è stato presentato all’ Ambasciata dell’ Ordine di Malta presso la Santa Sede dove Antonio Zanardi Landi, che ha sostenuto le Mostre di Illegio fin dal loro nascere, ha ricordato il percorso di Don Alessio Geretti, sacerdote udinese e direttore artistico delle mostre di Illegio.
La mostra "La forma dell’Infinito" intende dare al visitatore la percezione d’essere il destinatario di una rivelazione suggestiva, con opere che facciano sfiorare l’infinito. Basti pensare alle firme dei cinquanta capolavori, molte delle quali appartengono ai più importanti protagonisti dell’arte negli ultimi due secoli: Claude Monet, Paul Cézanne, Alfred Sisley, Henri Matisse, Dante Gabriele Rossetti, Michail Nesterov, František Kupka, Vasilij Kandinskij, Aristarch Lentulov, Natal’ja Gonarova, Odilon Redon, Maurice Denis, Jacek Malczewski, Mikalojus Čiurlionis, Nikolaj Rerich, Medardo Rosso, Umberto Boccioni, Pablo Picasso, Emilio Vedova, Ernst Fuchs, Hans Hartung e altri ancora.