Città del Vaticano , lunedì, 18. ottobre, 2021 12:30 (ACI Stampa).
Per Papa Francesco, la sanità cattolica è “chiamata a testimoniare con i fatti che non esistono vite indegne o da scartare, perché non rispondono al criterio dell’utile o alle esigenze del profitto”. E chiede che in ogni struttura cattolica si possa “toccare con mano la terapia della dignità umana”, e questa "non va negoziata mai. Sempre va difesa". E chiede alla sanità cattolica di fare rete, una necessità sempre più urgente in un questo periodo scosso dalla pandemia.
Il Papa sviluppa questi pensieri incontrando la Biomedical Foundation, del Campus Bio-Medico di Roma. È un discorso che tocca anche il tema dei vaccini, ma che si incentra soprattutto sull’importanza di centrare le ricerche scientifiche sulla persona umana.
Papa Francesco sottolinea di sapere che è “difficile oggi portare avanti un’opera nell’ambito della sanità, specie quando, come accade nel vostro Policlinico, si punta non solo all’assistenza, ma anche alla ricerca per fornire ai malati le terapie più idonee, e soprattutto lo si fa con amore per la persona”.
Per il Papa, è essenziale “mettere il malato prima della malattia è essenziale in ogni campo della medicina”, ed è “fondamentale per una cura che sia veramente integrale, veramente umana”.
Per questo, si deve seguire “una visione che non mette al primo posto idee, tecniche e progetti, ma l’uomo concreto, il paziente, da curare incontrandone la storia, conoscendone il vissuto, stabilendo relazioni amichevoli, che risanano il cuore”. Perché “l’amore per l’uomo, soprattutto nella sua condizione di fragilità, in cui traspare viva l’immagine di Gesù Crocifisso, è specifico di una realtà cristiana e non deve mai smarrirsi”.