Port-au-Prince , sabato, 16. ottobre, 2021 11:00 (ACI Stampa).
Sono trascorsi due mesi dal terremoto che ha devastato Haiti provocando la morte di oltre 2200 persone: gli abitanti dello Stato caraibico, uno dei più poveri al mondo, sono oltre 11.000.000, di cui il 25% vive con meno di due dollari al giorno; più della metà della popolazione (53,40%) soffre per gravi forme di denutrizione e malnutrizione. La mortalità infantile è molto alta: sono 72 i bambini, ogni 1.000, che muoiono prima del quinto anno di vita.
In un webinar p. Jean Herve François, direttore nazionale di Caritas Haiti, ha ricordato che i danni provocati dal terremoto mettono Haiti in una situazione di vulnerabilità ancora più grave: sono oltre
300.000 le famiglie in difficoltà rimaste senza casa e che dormono per strada. Le persone non hanno i mezzi necessari per costruire o riparare le loro abitazioni. Il terremoto ha anche provocato ingenti
danni nelle infrastrutture. Il sistema di raccolta dell’acqua, ad esempio, è stato gravemente danneggiato.
A Fiammetta Cappellini, responsabile progetti ong AVSI in Haiti, abbiamo chiesto di raccontarci, ora, la situazione ad Haiti: “La situazione sull’isola è gravissima. Il livello di distruzione nella zona colpita è molto elevato, nell’area interessata dal terremoto e dall’alluvione il 30% degli edifici è
caduto, mentre nelle zone rurali ci sono comunità dove addirittura l’80% delle case è andato totalmente distrutto. Gli ospedali, che già prima del terremoto erano insufficienti per il numero degli
abitanti, oggi quasi non ci sono più. Riguardo alle scuole, la situazione è gravissima, il ministero ha già decretato la non riapertura dell’anno scolastico”.
Gli haitiani come fanno ad andare avanti in questa situazione?
“Haiti è un paese fragile. Tutto è fragile: la politica, le infrastrutture, la governance, i servizi di base. Tutto quello che succede viene vissuto in modo amplificato, perché tutto è instabile. La gente è stanca, fa fatica, ma si rialza, è attaccata alla propria terra e cerca ogni giorno un modo di vivere”.