Padova , venerdì, 15. ottobre, 2021 18:00 (ACI Stampa).
Grazie ad un decreto firmato qualche giorno fa da Papa Francesco, decreto che riconosce il miracolo avvenuto attraverso la sua intercessione, sarà proclamato beato Albino Luciani, eletto Pontefice con il nome di Giovanni Paolo I nella Cappella Sistina il 26 agosto 1978 e morto la notte tra il 28 settembre e il 29 settembre. Il suo pontificato è stato il più breve della storia moderna, ma diventato universalmente noto come quello del Papa del sorriso, dell’umiltà. La data sarà stabilita da Francesco.
E’ stata riconosciuta dunque miracolosa la guarigione, avvenuta il 23 luglio 2011 a Buenos Aires, di una bambina undicenne affetta da “grave encefalopatia infiammatoria acuta, stato di male epilettico refrattario maligno, shock settico”, considerata dai medici in fin di vita. L’iniziativa di invocare Papa Luciani perché intercedesse per la guarigione della bambina era stata presa dal parroco della parrocchia a cui apparteneva l’ospedale, un sacerdote molto devoto di Luciani.
Proprio in questi giorni è tornata in libreria la nuova edizione del volume, Lo stupore di Dio. Vita di papa Luciani, pubblicata dalla casa editrice Ares, con la prefazione del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Questa minutissimo lavoro di scavo e di analisi della vita del beato, scritta dal segretario personale don Francesco Taffarel e dal vaticanista Nicola Scopelliti, riproposta a 15 anni dalla prima stesura in foliazione raddoppiata e interamente rivista, caratterizzata da ricca e accurata esposizione di fatti, aneddoti, interventi e di documenti originali. Un testo ormai indispensabile, e il più recente, per chi voglia ripercorrere la vicenda terrena, la spiritualità e il magistero di papa Giovanni Paolo I, destinato agli onori degli altari.
Come scrive nella prefazione firmata appunto dal cardinale Parolin, la figura di Luciani è quella di “eminente e umile sacerdote di montagna diventato poi Papa”. Umile sacerdote di montagna, scrive il cardinale. Le radici e il senso di questa vita sono racchiuse proprio in questo orizzonte: quello delle montagne bellunesi e la fede maturata alla loro presenza. La biografia, scritta da Taffarel e Scopelliti, ripercorre con precisione e con poesia proprio i giorni dell’infanzia e dell’adolescenza trascorsi all’ombra delle maestose montagne, segno del mistero e della grandezza della Creazione.
E per capire davvero chi sia stato il futuro papa Luciani bisognerebbe infatti andare tra le sue montagne e visitare la casa museo – aperto al pubblico nel 2019 - nel suo paese natale, Canale d’Agordo, in provincia di Belluno. Si entra dentro una stalla, si passa ad una cantina con gli attrezzi di falegnameria, poi, superati pochi gradini, si entra in cucina e in una sala grande con la "stua" in ceramica, la stufa di montagna alimentata a legna. Una casa modesta, semplice dignitosa. Il microcosmo in cui è cresciuto e si è formato il carattere di questo grande uomo di chiesa e che ritroviamo proprio fin dalle prime pagine del libro, già nella prefazione del cardinale Parolin , che rievoca la terra veneta come luogo fecondo di fede e di grandi figure della Chiesa, sua “patria” comune con Giovanni Paolo I.