Zagabria , giovedì, 14. ottobre, 2021 10:00 (ACI Stampa).
Se si dovesse trovare un vero spartiacque nella vita del Beato Aloijzije Stepinac, cardinale arcivescovo di Zagabria, quello è sicuramente il processo farsa in cui fu processato insieme all’ufficiale ustascia Erich Lisak sono stati processati insieme. Era l’11 ottobre 1946, 75 anni fa.
Fu a partire da quel processo che nacque non solo la popolarità del beato Stepinac (creato cardinale da Pio XII nel 1953, e portatore di un titolo cardinalizio svelato lo scorso anno), ma anche quella “leggenda nera” che ancora oggi viene brandita da quanti che si oppongono alla canonizzazione dell’arcivescovo di Zagabria.
Il Cardinale Stepinac era stato arrestato dalle autorità jugoslave il 18 settembre del 1946. Tra le accuse, quella di aver salutato i capi ustascia mentre l’esercito jugoslavo stava ancora combattendo contro le forze tedesche e italiane; di aver trasformato le celebrazioni in manifestazioni pro Ante Pavelic, il capo degli ustascia, e di aver celebrato la Messa ogni 10 aprile nell’anniversario della fondazione dello Stato indipendente di Croazia.
Era un arresto preannunciato alla Santa Sede, cui il governo comunista aveva scritto che “la Jugoslavia non può tollerare cittadini che hanno servito gli interessi degli altri”. Informato, il Cardinale Stepinac aveva deciso di rimanere nel suo Paese, e così affrontò l’arresto e il processo.
Un processo rapido, con una claque che invocava le condanne, che portò alla condanna del Cardinale a 16 anni di carcere e lavori forzati e cinque anni di perdita dei diritti civili. Non andò meglio a Lisak, condannato a morte per impiccagione.