Roma , giovedì, 14. ottobre, 2021 9:00 (ACI Stampa).
‘Solo contro Hitler. Franz Jägerstätter, il primato della coscienza’ è il nuovo libro del giornalista e scrittore bolzanino Francesco Comina dedicato al pacifista austriaco che si rifiutò di arruolarsi nella Wermacht perché considerava il nazismo totalmente incompatibile con l’essere credente: “Credo che Dio mi abbia dimostrato con sufficiente chiarezza che devo decidermi se essere nazista o cattolico”, scrive profeticamente Jägerstätter nel gennaio 1938, pochi mesi prima del referendum sull’Anschluss, che vede il contadino di Sankt Radegund, paesino dell’Alta Austria, l’unico abitante a votare ‘no’ al referendum che sancisce l’unione dell’Austria al Terzo Reich.
La scelta radicale di Franz Jägerstätter lo porta all’arresto nello stesso carcere in cui sarà rinchiuso Dietrich Bonhoeffer, il celebre teologo con il quale sono notevoli le affinità di pensiero e di riflessione sulla matrice del nazismo, nonostante Franz fosse un semplice contadino. Decapitato il 9 agosto 1943 a Tegel, Franz Jägerstätter lascia la moglie Franziska e le tre figlie, che hanno dovuto attendere molti anni prima che la figura del marito e del padre venisse riscattata dall’oblio e dalla reticenza come ‘traditore’.
La storia di Franz è davvero paradigmatica, come racconta Francesco Comina : “Nello scrivere questo libro ho chiuso gli occhi. Poi ho cominciato a scrivere calandomi nel personaggio. Franz mi si è parato dinanzi più vivo che mai, più attuale che mai. Le sue parole non dicono solo l’assurdità della guerra e la maledizione di un potere meschino e idolatrico. Parlano di verità, di dignità, di autonomia, di rispetto, di solidarietà e di amore. Senza remore. Senza difese. Franz ha radicalizzato l’autenticità del messaggio di fede: la forza nonviolenta di una coscienza permeata dei valori più nobili, quelli che provengono da una lettura non mediata delle Scritture. Come è sempre stato nella storia cristiana della profezia”.
Per quale motivo un libro su Franz Jagerstatter?
Nel 2015 sono stato invitato a parlare nella casa-fattoria di Franz Jägerstätter a St. Radegund in Austria. Erano i giorni del ricordo della morte (9 agosto 1943). Fui chiamato dagli organizzatori per raccontare una vicenda analoga, ossia la storia di un sudtirolese, Josef Mayr-Nusser, anche lui padre di famiglia che disse No al giuramento a Hitler e vene condannato a morte. Sul giovane altoatesino avevo scritto un libro dal titolo ‘L'uomo che disse No a Hitler’.