Colonia , martedì, 12. ottobre, 2021 13:00 (ACI Stampa).
Comincia da oggi il periodo di riflessione del Cardinale Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, che entra in periodo spirituale come deciso con il Papa dopo essere finito anche lui nel vortice della gestione degli abusi. Sebbene il rapporto sull’arcidiocesi di Colonia non abbia mostrato responsabilità personali del Cardinale, si è deciso comunque che lui prenda un periodo di pausa, lontano dagli impegni pastorali e di governo. Al suo posto, come amministratore apostolico sede plena,il vescovo Rolf Steinhäuser, vescovo ausiliare.
Il vescovo Steinhäueser rimarrà amministratore apostolico fino all’1 marzo 2022, quando il Cardinale Woelki tornerà ai suoi incarichi nell’arcidiocesi. La posizione del Cardinale era stata messa in discussione a seguito della visita apostolica nell’arcidiocesi disposta da Papa Francesco, e guidata dal Cardinale Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, e dal vescovo Hans van den Hende, di Rotterdam, chiamati ad indagare su possibili errori e omissioni del Cardinale nel rispondere ai casi di abuso.
La Santa Sede comunque difende la posizione di Woelki. Nel comunicato della nunziatura di Germania dello scorso settembre veniva sottolineato che “non risulta” che il cardinale Woelki “nella gestione dei casi di abuso sessuale abbia agito contro la legge”. Anzi, è venuta alla luce – prosegue il comunicato - "la determinazione dell’arcivescovo di affrontare il crimine degli abusi, di prendersi cura delle vittime e di promuovere la prevenzione".
D’altro canto, la nunziatura faceva anche sapere che “nella gestione globale della tematica, però soprattutto a livello della comunicazione, il cardinale Woelki ha anche commesso grandi errori. Questo ha essenzialmente contribuito alla crisi di fiducia nell’arcidiocesi".
Il riferimento era anche al rifiuto del Cardinale Woelki di pubblicare una perizia effettuata da una commissione sul modo in cui alcuni suoi sottoposti avevano affrontato le accuse di abusi. Il rapporto era stato commissionato all’arcidiocesi nel 2019 allo studio Westpfahl Spilker Wastl, chiedendo di esaminare i fascicoli del personale dal 1975 per determinare "quali deficit personali, sistemici o strutturali erano responsabili in passato di episodi di abuso sessuale coperti o non puniti in modo coerente".