Città del Vaticano , sabato, 24. ottobre, 2015 16:13 (ACI Stampa).
Per il Cardinal Christoph Schoenborn non c’è dubbio: è l’attenzione alla famiglia la vera novità di questo Sinodo. E quando gli viene richiesto quale sia la definizione di famiglia, risponde sicuro: “La famiglia è quella tra uomo e donna, aperti alla vita, che vivono la loro relazione in fedeltà.” E dà dettagli sul documento finale, che sarà votato questa sera dai padri sinodali: il problema dell’accesso ai sacramenti per i divorziati che vivono una seconda unione “sarà trattato in maniera obliqua,” mentre non ci sarà grande attenzione sul tema delle coppie omosessuali, un problema molto marginale nel testo. Tutta l’attenzione sarà spostata sul tema della coscienza e del discernimento, secondo una linea segnata dal gruppo germanofono guidato dallo stesso Schoenborn. Ma in pratica si dovrebbero semplicemente ridefinire gli insegnamenti dell’esortazione sinodale “Familiaris Consortio” di San Giovanni Paolo II.
Novità sostanziali, insomma, dovrebbero essere poche. Sarà un testo di 94 paragrafi quello che i padri sinodali andranno a votare oggi. Un testo che – racconta padre Federico Lombardi, nel consueto briefing quotidiano – è stato “approvato all’unanimità” dalla commissione di dieci prelati nominata dal Papa per redigere il testo, “come ha comunicato con soddisfazione il Cardinal Petr Erdo,” relatore generale del Sinodo e membro della commissione.
La relatio finalis è stata letta tutta d’un fiato questa mattina. Nel pomeriggio di venerdì la commissione si è riunita per incorporare e ridefinire il testo sulla base dei 248 “modi” (in realtà osservazioni personali, più che emendamenti) presentati da padri sinodali nelle congregazioni generali di giovedì pomeriggio e venerdì mattina. Il primo testo (di circa 49 pagine) aveva ricevuto sostanziali apprezzamenti perché migliore dell’Instrumentum Laboris, ma aveva ancora alcune linee che i padri sinodali volevano rivedere. Quello presentato questa mattina è la sintesi di varie preoccupazioni, che sana e chiude alcune questioni e ne lascia altre aperte. Ma ormai non si torna più indietro.
Generalmente, i paragrafi non sono considerati avere il consenso sinodale nel momento in cui non raggiungono la maggioranza di almeno i due terzi dell’assemblea. Praticamente, già lo scorso anno Papa Francesco bypassò il problema, chiedendo di pubblicare tutti i paragrafi della relatio finalis accompagnata dai voti (placet, non placet, astensione). Questo permise di reinserire nell’Instrumentum Laboris di quest’anno alcuni paragrafi che non avevano ricevuto il consenso sinodale dei due terzi, vale a dire quelli su divorziati risposati e pastorale per gli omosessuali. Ma che il tema fosse caldo si è capito proprio dal fatto che ora quei punti, a sentire il Cardinal Schoenborn, sono stati necessariamente tagliati, cambiati o ridimensionati.
“Ben poco è detto riguardo l’omosessualità, e qualcuno rimarrà deluso,” spiega Schoenborn, che fa capire come sul tema ci sia stata una opposizione netta da parte di “una determinata area geografica” (viene da pensare all’Africa, ma anche alcuni circoli minori di lingua inglese hanno fatto osservazioni nette sul tema). Ma - aggiunge - "la posizione della Chiesa sull'omosessualità è chiaramente esposta nel Catechismo." Ribadisce che il concetto di famiglia sarà basato sul biblico “Uomo e donna li creò” e sul primo comandamento di Dio all’uomo, che è “crescete e moltiplicatevi.”