Ecco le loro domande con le sue risposte che presentano il messaggio legato alla spiritualità vissuta da Carlo
Come è stato conoscere intensamente Gesù? Come ti è sucesso di credere tanto a Gesú? Chi ti ha dato il motivo per ricevere tutti giorni l’Eucaristia? Come facevi a ricordarti di andare in Chiesa?
Ho scoperto Dio nella celebrazione della messa, per questo ho capito che era importante parteciparvi tutti i giorni. Ascoltavo e leggevo attentamente il vangelo che per me diventava sempre di più la bussola della mia vita. Mi impegnavo ad andare in chiesa ogni giorno per incontare Gesù nell’Eucaristia, in quanto credevo fermamente nella presenza di Dio nei tabernacoli delle chiese. Sentivo Gesù Eucaristia come il mio più grande amico e cercavo di starGli vicino ogni giorno. Dicevo sempre alla mia famiglia e ai miei amici che “Si va diritti in paradiso se ci si accosta tutti giorni all’Eucaristia”.
Sentire suonare le campane o avere una chiesa vicina risvegliava sempre in me il desiderio di stare con Gesù. Avevo molta attenzione e disponibilità verso chi soffriva, in quanto in loro vedevo Gesù. Sovente alla sera mi facevo accompagnare da mia mamma per le strade di Milano, dove dormivano le persone senza fissa demora, per portare loro dei sacchi a pelo.
Il mio più grande desiderio era quello di far conoscere Gesú agli altri, per questo ho progettato anche una mostra virtuale sui miracoli eucaristici che sono avvenuti in varie località di tutto il mondo. Grazie ai miei genitori, dopo la mia morte, la mostra ha potuto essere esposta in giro per il mondo ed è stata visitabile anche nella vostra Genova.
Come hai scoperto di avere la malattia? Come hai visuto la tua malattia? Come ha reagito la tua famiglia quando è stata diagnosticata la malattia? Eri contento di andare in paradiso?
La mia malattia è stata fulminea, me ne sono andato in tre giorni e avevo appena compiuto 15 anni. Subito sembrava un’influenza, poi i medici hanno scoperto che era leucemia. Quando la diagnosi mi è stata comunicata l’ho accettata con molta serenità, cercando di non lamentarmi mai. Come potete vedere in un video che ho lasciato, cercavo di essere sereno e mi ripetevo: "Sono malato, sto per morire". Ero felice pensando che sarei andato in paradiso e avrei incontrato Gesù; anche mia mamma, mentre mi assisteva accanto al letto, ha sentito che, tra me e me, dicevo: “Offro tutte le sofferenze che patisco al Signore per il Papa e la Chiesa e per poter andare dritto in cielo”. Ai medici che mi curavano e che cercavano di attenuare i dolori più forti, ripetevo: “C’è gente che soffre molto piú di me”.
Come eri con i tuoi compagni di scuola? Avevi timore a parlare di Gesú perché forse ti prendevano in giro? Eri un bambino viziato? Era bello per te vivere in questa maniera?
Come potete vedere da tutte le fotografie e i video che mi riguardano, ero un ragazzo normale e semplice. Da bambino giocavo come tutti, mi piaceva tuffarmi in mare, mi divertivo a usare il computer e a navigare in internet, soprattutto ritenevo che questi potessero essere strumenti per far conoscere Gesù a molte persone. Avevo anche tanti amici. Come sanno le persone che mi hanno conosciuto sia in chiesa che a scuola, non avevo nessuna paura o vergogna a parlare di Gesù e non temevo di essere preso in giro perché amavo l’Eucaristia.
***
Questa breve storia di santità fa parte del grande viaggio e della grande missione dei santi. Il percorso personale di Carlo Acutis ci invita a lasciarci trasformare a poco a poco dalla grazia di Dio per dare a Dio e agli altri il meglio di noi stessi. Questa realtà viene evidenziata dalle seguenti conclusioni delle ragazze del catechismo:
“L’intervista mi ha lasciato un segno – dice Carolina -. Ho capito quanto sia importante andare a messa, soprattutto la domenica, e fare la comunione”. “Mi è dispiaciuto tanto che sia dovuto andarsene così giovane - spiega Pamela - ma, con la sua vita, Carlo ha lasciato alla sua famiglia felicità e serenità”. “Non sapevo nulla della vita di Carlo Acutis e quando abbiamo iniziato questa intervista ero curiosa - aggiunge Teresa – ora ho imparato quanto sia importante seguire la strada che Dio ha per ciascuno di noi”. Maria Luigia dice: “La storia di Carlo Acutis mi ha lasciato il messaggio che Gesú esiste davvero e che l'Eucaristia è molto importante!”.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.
“Con questa intervista ho preso il coraggio di andare sempre a messa - spiega Annalisa – devo raccontare agli altri la vita di Carlo Acutis e ho capito che l'amicizia con Gesù è qualcosa che non posso tenere solo per me stessa”. “Abbiamo fatto una cosa bellissima perché ho capito che per Dio ognuno di noi è unico - dice Eugenia. - È una cosa meravigliosa essere amici di Gesù”. “Quando abbiamo visto tutti i video su Carlo Acutis - spiega Virginia - ho capito che Gesù è sempre con noi e ho anche visto quanto sia importante aiutare le persone bisognose, come ha fatto Carlo Acutis che ha persino condiviso la sua merenda con i poveri”. “Carlo andava a messa con piacere: questo per me è impressionante!” – conclude Benedetta.
Un ringraziamento a Mayra Novelo