Città del Vaticano , domenica, 10. ottobre, 2021 14:00 (ACI Stampa).
Il numero dei disturbi mentali è cresciuto profondamente durante il periodo della pandemia, che è comunque da considerare “il fattore precipitante di una crisi a più dimensioni che ha radici nell’inadeguatezza delle politiche sociali, sanitarie ed economiche”. Il Cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, mette in luce come la pandemia abbia acuito un fenomeno che però era già presente, quello dei disturbi mentali.
È dal 1992 che si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale il 10 ottobre, e Papa Francesco ne ha fatto cenno anche all’Angelus. La Chiesa, d’altronde, è sempre in prima linea quando si tratta di curare gli ultimi, con strutture sanitarie e di recupero sparse in tutto il mondo che sono parte integrante della sua missione.
Il cardinale Turkson nota che “in tutto il mondo, sono molte le violazioni dei diritti umani commesse contro persone con disturbi mentali”; rileva che i disturbi mentali, nella metà dei casi, compaiono prima dei 14 anni, “tanto che il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani dai 15 ai 29 anni”; e mette in luce che, se prima dell’emergenza sanitaria, c’erano quasi un miliardo di persone al mondo con disturbi mentali, ora i numeri sono anche più alti, anche a causa delle restrizioni sociali imposte nella prima fase dell’emergenza che hanno portato “all’acuirsi di diverse forme di dipendenza, tra cui quella del gioco di azzardo”.
Le misure anti pandemia sono state “motivo di solitudine” per le persone con disagio mentale, che hanno trovato impossibile “coltivare i rapporti abituali”, e ha visto crescere “la condizione di emarginazione, soprattutto per le persone che sono ospitae presso istituti di assistenza sociale e ospedali psichiatrici”.
La pandemia ha inciso sui numeri, ma è solo “il fattore precipitante” di una crisi a più dimensioni, alimentata “dall’indebolimento diffuso dei valori spirituali, del senso di responsabilità e del valore della solidarietà”, mentre aumenta “il divario tra ricchi e poveri”.