Città del Vaticano , domenica, 10. ottobre, 2021 12:13 (ACI Stampa).
L’incontro tra Gesù e il giovane ricco fa capire come la religiosità di quest’ultimo sia intesa come “un dovere, un fare per avere. Ma questo è un rapporto commerciale con Dio, un do ut des. La fede, invece, non è un rito freddo e meccanico, un devo-faccio-ottengo. È questione di libertà e di amore”. Lo ha detto Papa Francesco introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
Se la fede – ha ammonito il Papa – “è principalmente un dovere o una moneta di scambio, siamo fuori strada, perché la salvezza è un dono e non un dovere, è gratuita e non si può comprare. La prima cosa da fare è liberarci di una fede commerciale e meccanica, che insinua l’immagine falsa di un Dio contabile e controllore, non padre”.
Le fede nasce – ha aggiunto Francesco – “non da un dovere, non da qualcosa da fare o pagare, ma da uno sguardo di amore da accogliere. Così la vita cristiana diventa bella, se non si basa sulle nostre capacità e sui nostri progetti, ma sullo sguardo di Dio. La tua, la mia fede è stanca e vuoi rinvigorirla? Cerca lo sguardo di Dio: mettiti in adorazione, lasciati perdonare, stai davanti al Crocifisso. Lasciati amare da Lui. Questo è l’inizio della fede”.
Elemento imprescindibile – ha detto ancora il Pontefice – è “il dono, la gratuità: è quello che forse manca anche a noi. Spesso facciamo il minimo indispensabile, mentre Gesù ci invita al massimo possibile. Quante volte ci accontentiamo dei doveri – i precetti e qualche preghiera – mentre Dio, che ci dà la vita, ci domanda slanci di vita! La fede non può limitarsi ai no, perché la vita cristiana è un sì, un sì d’amore. E’ una fede debole, ammalata. Una fede senza dono e gratuità è incompleta. Una fede senza dono, senza gratuità, senza opere di carità alla fine rende tristi”.
Al termine dell’Angelus Papa Francesco ha ricordato che “ieri a Napoli è stata beatificata Maria Lorenzo Longo, che fondò l’ospedale degli incurabili, donna di grande fede e di preghiera si prodigò per i poveri e sofferenti. A Tropea oggi è stato beatificato Don Francesco Mottola, fondatore degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cruore, pastore zelante fu testimone di un sacerdozio vissuto nella carità e nella contemplazione”.