Città del Vaticano , sabato, 9. ottobre, 2021 9:35 (ACI Stampa).
Papa Francesco ha aperto stamane in Vaticano il Momento di Riflessione per l’inizio del Processo Sinodale “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, che dà di fatto il via alla lunga e nuova formula del Sinodo dei Vescovi.
“Sono certo – ha detto il Papa - che lo Spirito ci guiderà e ci darà la grazia di andare avanti insieme, di ascoltarci reciprocamente e di avviare un discernimento del nostro tempo, diventando solidali con le fatiche e i desideri dell’umanità. Il Sinodo non è un parlamento e lo Spirito Santo è il protagonista”.
“Siamo chiamati – ha ricordato Francesco - all’unità, alla comunione, alla fraternità che nasce dal sentirci abbracciati dall’unico amore di Dio. Tutti, senza distinzioni. Nell’unico Popolo di Dio, perciò, camminiamo insieme, per fare l’esperienza di una Chiesa che riceve e vive il dono dell’unità e si apre alla voce dello Spirito. Le parole-chiave del Sinodo sono tre: comunione, partecipazione, missione”.
Il Papa ha spiegato che “comunione e missione sono espressioni teologiche che designano il mistero della Chiesa e di cui è bene fare memoria. Il Concilio Vaticano II ha chiarito che la comunione esprime la natura stessa della Chiesa e, allo stesso tempo, ha affermato che la Chiesa ha ricevuto la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno costituisce in terra il germe e l’inizio”. San Paolo VI e San Giovanni Paolo II hanno ribadito “che la natura della Chiesa è la koinonia: da essa scaturisce la missione di essere segno di intima unione della famiglia umana con Dio”.
Vi è poi la “partecipazione. Comunione e missione – è il monito di Papa Francesco - rischiano di restare termini un po’ astratti se non si coltiva una prassi ecclesiale che esprima la concretezza della sinodalità in ogni passo del cammino e dell’operare, promuovendo il reale coinvolgimento di tutti e di ciascuno. Vorrei dire che celebrare un Sinodo è sempre bello e importante, ma è veramente proficuo se diventa espressione viva dell’essere Chiesa, di un agire caratterizzato da una partecipazione vera. E questo non per esigenze di stile, ma di fede. La partecipazione è un’esigenza della fede battesimale”.