Lublino , mercoledì, 6. ottobre, 2021 9:00 (ACI Stampa).
È un monumento in pietra, che sembra quasi accoglierti, quello che è stato posto a Lublino, in Polonia, davanti al campo di concentramento di Majdanek. È il monumento dedicato al Beato Omelyan Kovch, sacerdote greco-cattolico, padre di sei figli.
Era finito in quel campo di concentramento perché aiutava gli Ebrei. E le sue lettere da Majdanek mostrano la sua straordinaria fiducia nell’umanità, il suo amore per Dio, la sua testimonianza. A lui, fu dedicata anche la preparazione della visita di Papa Francesco nella Basilica di Santa Sofia a Roma,nel 2018.
Beatificato insieme ad altri 25 da San Giovanni Paolo II nel 2001, Kovch era nato a Kosmach nel 1884, ed era stato parroco dal 1921 al 1943 nel villaggio di Permyshliany, e poi in Przemysl. Padre di sei figli, si dedicava molto all’assistenza di poveri e di orfani.
La Gestapo lo arrestò nel 1943 (alcune fonti dicono nel 1942), dopo aver scoperto che questi aveva fornito agli Ebrei più di 600 certificati di battesimo per salvare loro la vita. Morto nel campo di concentramento di Majdanek, è stato proclamato “Giusto di Ucraina” del Consiglio Ebraico della Nazione.
È proprio davanti al campo di concentramento dove morì, nella città di Lublino, che è stata inaugurata la statua in onore del beato. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, in una lettera inviata a nome di Papa Francesco, ha scritto che “il beato sacerdote e martire ha percorso fino in fondo la strada della vittoria. È la strada che passa dal perdono alla riconciliazione, e che conduce alla luce sfolgorante della Pasqua”. Il Segretario di Stato vaticano ha anche esortato a non fare andare perduta “la memoria di padre Kovch”, perché “essa è benedizione”, e costituisce segno di speranza “per i tempi odierni e per quelli che verranno”.