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Papa Francesco, nella fragilità scopriamo quanto Dio si prende cura di noi

La meditazione all'Angelus domenicale

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“Il Signore non si sdegna con chi discute con Lui, ma con chi, per sollevarlo dalla fatica, allontana da Lui i bambini. Perché?” Da questa domanda prende il via la meditazione di Papa Francesco sul Vangelo della liturgia di oggi, proposta prima della preghiera dell’ Angelus. 

Gesù si identifica con i piccoli: “Chi cerca Dio lo trova lì, nei piccoli, nei bisognosi: non solo di beni, ma di cura e di conforto, come i malati, gli umiliati, i prigionieri, gli immigrati, i carcerati. Lì c’è Lui. Ecco perché Gesù si indigna: ogni affronto fatto a un piccolo, a un povero, a un indifeso, è fatto a Lui”.

Ed ha aggiunto: “sapersi piccoli, sapersi bisognosi di salvezza, è indispensabile per accogliere il Signore. È il primo passo per aprirci a Lui. Spesso, però, ce ne dimentichiamo” e invece “nella vita riconoscersi piccoli è il punto di partenza per diventare grandi”. 

E il Papa aggiunge: “Quando ci sentiamo piccoli di fronte a un problema, a una croce, a una malattia, quando proviamo fatica e solitudine, non scoraggiamoci. Sta cadendo la maschera della superficialità e sta riemergendo la nostra radicale fragilità”e “nella fragilità scopriamo quanto Dio si prende cura di noi”. 

Il Papa spiega ancora una volta la tenerezza di Dio, e  “diventiamo grandi: non nell’illusoria pretesa della nostra autosufficienza, ma nella fortezza di riporre nel Padre ogni speranza. Proprio come fanno i piccoli” conclude il Papa.

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Nel dopo Angelus il Papa ha ricordato la tragedia del carcere di Guayaquil in Equador e chiesto la fine della violenza in Myanmar. Una preghiera speciale per le beatificazioni in Calabria di Nuccia Tolomeo e Maria Antonia Samà. Un pensiero alle celebrazioni a Pompei all'inizio del mese di ottobre e un ricordo della giornata in Italia contro le barriere architettoniche