Roma , martedì, 21. settembre, 2021 18:00 (ACI Stampa).
“L’affissione del crocifisso (al quale si legano, in un Paese come l’Italia, l’esperienza vissuta di una comunità e la tradizione culturale di un popolo) non costituisce un atto di discriminazione del docente dissenziente per causa di religione. Non è stata quindi accolta la richiesta di risarcimento danni formulata dal docente, in quanto non si è ritenuto che sia stata condizionata o compressa la sua libertà di espressione e di insegnamento”.
Così ha stabilito la Suprema Corte, che nella sua composizione più autorevole (le Sezioni Unite) con la sentenza 24414/2021 ha chiarito definitivamente che il maggiore simbolo del cristianesimo può rimanere nelle aule.
Per questo il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, ha sottolineato: “La decisione della Suprema Corte applica pienamente il principio di libertà religiosa sancito dalla Costituzione, rigettando una visione laicista della società che vuole sterilizzare lo spazio pubblico da ogni riferimento religioso. In questa sentenza la Corte riconosce la rilevanza della libertà religiosa, il valore dell’appartenenza, l’importanza del rispetto reciproco”.
Partendo da queste affermazioni a mons. Claudio Giuliodori, presidente della commissione episcopale della Cei per l’educazione cattolica, scuola ed Università, ed assistente generale dell’Università Cattolica di Milano, chiediamo di spiegarci il valore della pronuncia della Cassazione sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche: “Abbiamo sempre ritenuto che nella cultura italiana il Crocifisso rappresenti sempre un riferimento importante non solo per i credenti, a livello religioso, ma anche per la realtà culturale. Ci auguriamo che anche questi interventi di carattere normativo costituiscano sempre un’opportunità per un maggiore rispetto, non solo dei valori religiosi, ma anche di quella laicità inclusiva, che non esclude ma sa valorizzare i riferimenti religiosi, quindi anche il crocifisso, che non è un oggetto su cui si possono fare battaglie, ma è certamente un riferimento ‘irrinunciabiile’ per il nostro Paese”.
Per quale motivo il crocifisso non divide?