Città del Vaticano , venerdì, 23. ottobre, 2015 9:00 (ACI Stampa).
La XIV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi si avvia alla stesura della relazione finale. Aci Stampa ha incontrato il Cardinale Elio Sgreccia – Presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita – con cui ha conversato in esclusiva sui temi principali di questa intensa e lunga assise sinodale.
Eminenza, il Sinodo è ormai in dirittura d’arrivo. Qual è ad oggi la missione della famiglia?
Si parla di famiglia cristiana. E questo è il soggetto principale, diretto: la missione della famiglia rimane sempre la stessa, quella di rappresentare nel mondo un esempio di unità, di aiuto alle nuove generazioni e di testimonianza al Vangelo. Naturalmente ci si rende conto che la famiglia cristiana oggi, per compiere questa missione di evangelizzazione, è diventata più fragile perché i mali che hanno riguardato la società – i processi di laicizzazione, di povertà, di immigrazione – non l’hanno risparmiata. Tant’è che esistono fenomeni dolorosi di separazione, divorzi anche nelle famiglie cristiane che dovrebbero essere per statuto immuni da tutto questo. Esistono anche le sciagure che capitano dal fronte della povertà e della immigrazione, qualche volta più che per altri perché pare che ci sia qualche obiettivo in più per cacciare i cristiani dai loro paesi. Guardando alla missione della famiglia oggi ci siamo dovuti addentrare in quelle che sono le fragilità, i rimedi, le urgenze dal punto di vista della prevenzione dei mali e per attrezzare le famiglie a questa testimonianza ed esemplarità che è attribuita dal Vangelo.
La famiglia è fragile, ma c’è una società che non esita a minacciare la famiglia.
Certo perché la società che nasce all’insegna, almeno in Occidente, della secolarizzazione nasce con la filosofia individualista: l’individuo pensa di fare da solo. La famiglia invece conta sulla persona aperta alla socialità. La persona per definizione dice e chiede socialità e quindi quando si afferma la filosofia individualista si scuote anche la famiglia e le generazioni che nascono sotto il vento della secolarizzazione fanno fatica a sposarsi, a prendere delle decisioni per sempre, e quando sono sposati fanno più fatica a mantenersi subordinati come dice San Paolo al servizio l’uno dell’altra e questa è la chiave cristiana. Per un secolarista questo diventa difficile. Poi ci sono stati i fenomeni che non riguardano l’ideologia, ma la politica, i conflitti armati, gli spostamenti, le catastrofi.