Città del Vaticano , giovedì, 16. settembre, 2021 9:00 (ACI Stampa).
La condanna dell’antisemitismo, la continua attenzione ai poveri, lo slancio per i giovani e l’appello alla costruzione di una società in cui la libertà non si libertinismo. Sono le linee guida del viaggio che in quattro giorni ha portato Papa Francesco in Ungheria e Slovacchia.
A Budapest il Papa si è fermato solo qualche ora per celebrare la Statio Orbis del Congresso Eucarisitico internazionale che si era celebrato la settimana precedente. Una occasione per riflettere sull’Eucaristia, ma anche un incontro con la comunità ebraica e le altre religioni.
Ai vescovi della nazione il Papa, in un incontro a porte chiuse, ha ricordato di essere costruttori di speranza “ Non si trovino sulle vostre labbra espressioni che segnano distanze e impongono giudizi, ma che aiutino il Popolo di Dio a guardare con fiducia al futuro, aiutino le persone a diventare protagoniste libere e responsabili della vita, che è un dono di grazia da accogliere, non un rompicapo da risolvere”.
Nella omelia della Messa Francesco ha detto: “ non rassegniamoci a una fede che vive di riti e di ripetizioni, apriamoci alla novità scandalosa del Dio crocifisso e risorto, Pane spezzato per dare vita al mondo. Saremo nella gioia; e porteremo gioia”. Appena arrivato il Papa aveva incontrato in privato il primo ministro Orban e il presidente Ader.
Nel pomeriggio il Papa si è recato a Bratislava dove ha avuto ancora un incontro ecumenico e poi la consueta serata di colloquio con i gesuiti della regione.