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Papa Francesco: "L’annuncio del Vangelo sia liberante, mai opprimente!"

Bratislava, Cattedrale di San Martino. Papa Francesco incontra i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i seminaristi e i catechisti

Il Papa incontra i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose, i Seminaristi e i Catechisti nella Cattedrale di San Martino |  | Vamp pool
Il Papa incontra i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose, i Seminaristi e i Catechisti nella Cattedrale di San Martino | Vamp pool
Il Papa incontra i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose, i Seminaristi e i Catechisti nella Cattedrale di San Martino |  | Vatican Media / ACI Group
Il Papa incontra i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose, i Seminaristi e i Catechisti nella Cattedrale di San Martino | Vatican Media / ACI Group
Cattedrale San Martino a Bratislava, si attende il Papa |  | Vamp pool
Cattedrale San Martino a Bratislava, si attende il Papa | Vamp pool

A Bratislava, nella Cattedrale di San Martino, Papa Francesco incontra i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i seminaristi e i catechisti. Il Papa viene accolto all’ingresso della Cattedrale dall’Arcivescovo di Bratislava Monsignor Stanislav Zvolenský e dal parroco, che gli porge il crocifisso e l’acqua benedetta per l’aspersione.

Prima di arrivare all’altare, il Papa riceve dei fiori da un seminarista e da una catechista, che depone davanti al Santissimo. Dopo una breve preghiera in silenzio, il Papa raggiunge nuovamente l’altare per pronunciare il suo discorso. Il Pontefice consegna alla Chiesa ella Slovacchia tre parole: libertà, creatività, dialogo.

"La Chiesa non è una fortezza, un potentato, un castello situato in alto che guarda il mondo con distanza e sufficienza. Qui a Bratislava il castello già c’è ed è molto bello! Ma la Chiesa è la comunità che desidera attirare a Cristo con la gioia del Vangelo, è il lievito che fa fermentare il Regno dell’amore e della pace dentro la pasta del mondo. Per favore, non cediamo alla tentazione della magnificenza, della grandezza mondana! La Chiesa deve essere umile come Gesù", dice subito il Pontefice.

La Cattedrale di San Martino, sede vescovile dell’arcidiocesi di Bratislava, si trova ai margini del centro storico, dove si ergevano le mura fortificate della città. La costruzione, in stile gotico, inizia nel XIV secolo su una preesistente chiesa romanica, e la sua consacrazione risale al 10 marzo 1452, anche se i lavori di completamento si protrarranno nei secoli successivi. Numerose le modifiche apportate nel corso del tempo. Dal 1563 al 1830 vengono qui incoronati 11 sovrani ungheresi, fra cui - primo re a ricevere la corona - Massimiliano II e Maria Teresa d’Austria (25 giugno 1741).

Nella chiesa sono sepolti personaggi illustri, dignitari ecclesiastici ed esponenti delle famiglie più potenti della città. Il 13 novembre 1835 Beethoven vi diresse la prima della Missa solemnis op. 123. Il 31 marzo 1995 è diventata concattedrale dell’arcidiocesi di Bratislava-Trnava, nata in seguito al riordino delle circoscrizioni ecclesiastiche cattoliche slovacche.

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Il Papa poi elenca tre parole importanti. La prima è libertà. "Senza libertà non c’è vera umanità, perché l’essere umano è stato creato libero per essere libero. I periodi drammatici della storia del vostro Paese sono un grande insegnamento: quando la libertà è stata ferita, violata e uccisa, l’umanità è stata degradata e si sono abbattute le tempeste della violenza, della coercizione e della privazione dei diritti - commenta Francesco - A volte anche nella Chiesa questa idea può insidiarci: meglio avere tutte le cose predefinite, le leggi da osservare, la sicurezza e l’uniformità, piuttosto che essere cristiani responsabili e adulti, che pensano, interrogano la propria coscienza, si lasciano mettere in discussione. Nella vita spirituale ed ecclesiale c’è la tentazione di cercare una falsa pace che ci lascia tranquilli, invece del fuoco del Vangelo che ci inquieta e ci trasforma".

"Carissimi, non abbiate timore di formare le persone a un rapporto maturo e libero con Dio. Questo forse ci darà l’impressione di non poter controllare tutto, di perdere forza e autorità; ma la Chiesa di Cristo non vuole dominare le coscienze e occupare gli spazi, vuole essere una “fontana” di speranza nella vita delle persone. Lo dico soprattutto ai Pastori: voi esercitate il ministero in un Paese nel quale tante cose sono rapidamente cambiate e sono stati avviati molti processi democratici, ma la libertà è ancora fragile. Lo è soprattutto nel cuore e nella mente delle persone. Per questo vi incoraggio a farle crescere libere da una religiosità rigida. Nessuno si senta schiacciato. Ognuno possa scoprire la libertà del Vangelo, entrando gradualmente nel rapporto con Dio, con la fiducia di chi sa che, davanti a Lui, può portare la propria storia e le proprie ferite senza paura e senza finzioni, senza preoccuparsi di difendere la propria immagine. L’annuncio del Vangelo sia liberante, mai opprimente. E la Chiesa sia segno di libertà e di accoglienza!", suggerisce Papa Francesco.

La seconda parola del Papa è creatività. "Non è forse questo il compito più urgente della Chiesa presso i popoli dell’Europa: trovare nuovi alfabeti per annunciare la fede?", domanda il Papa. "Che bello quando sappiamo trovare vie, modi e linguaggi nuovi per annunciare il Vangelo! Il più grande creativo è lo Spirito Santo! Se con la nostra predicazione e con la nostra pastorale non riusciamo a entrare più per la via ordinaria, cerchiamo di aprire spazi diversi, sperimentiamo altre strade. La predicazione...L'omelia è uno dei problemi di questo tempo. L'omelia è un sacramentale, è nel cuore dell'Eucaristia. Pensiamo ai fedeli che devono sentire omelia di 40 minuti su argomenti che non li toccano. Sacerdoti, vescovi pensate a come fare l'omelia perchè ci sia un contatto con la gente. Un'omelia non deve andare oltre 10 minuti. Un'idea, un'immagine e un affetto. Cosi è semplice l'annuncio del Vangelo, cosi predicava Gesù", dice ancora il Pontefice.

Infine, il dialogo. "Una Chiesa che forma alla libertà interiore e responsabile, che sa essere creativa immergendosi nella storia e nella cultura, è anche una Chiesa che sa dialogare con il mondo, con chi confessa Cristo senza essere dei nostri, con chi vive la fatica di una ricerca religiosa, anche con chi non crede. Non è selettiva di un gruppetto, ma dialoga con tutti", ne è certo Papa Francesco.

Monsignor Stanislav Zvolenský, Presidente della Conferenza Episcopale della Slovacchia, Arcivescovo Metropolita di Bratislava, saluta con affetto il Papa. "I nostri cuori tremano di emozione, come in quel momento quando il Sommo Pontefice San Giovanni Paolo II anni fa entrò in questo tempio. Per noi è una visita molto cara, gioiosamente attesa. La Sua presenza ci fa sentire l’universalità e l’unità della Madre Chiesa. Gli Slovacchi hanno sempre amato e rispettato il Santo Padre. E amano e rispettano Papa Francesco! Noi ogni giorno chiediamo l’aiuto di Dio per Lei, pregando, anche cantando", dice Monsignor Stanislav Zvolenský.

La Conferenza episcopale della Slovacchia è composta dai presuli delle 11 circoscrizioni ecclesiastiche (8 di rito latino e tre di rito bizantino) e dell’Ordinariato militare. Il suo attuale presidente è Monsignor Stanislav Zvolenský, Arcivescovo di Bratislava, il vicepresidente è Monsignor Bernard Bober, Arcivescovo metropolita di Košice, mentre il segretario generale è Monsignor Marián Chovanec, Vescovo di Banská Bystrica. La Kbs è membro del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d'Europa.

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