Budapest , lunedì, 13. settembre, 2021 9:00 (ACI Stampa).
“Nel Pane e nel Vino vediamo Cristo che offre il suo Corpo e il suo Sangue per noi. La Chiesa di Ungheria, con la sua lunga storia, segnata da una incrollabile fede, da persecuzioni e dal sangue dei martiri, è associata in modo particolare al sacrificio di Cristo. Tanti fratelli e sorelle, tanti vescovi e presbiteri hanno vissuto ciò che celebravano sull’altare”. Lo ha detto il Papa, ieri mattina, incontrando a porte chiuse i Vescovi ungheresi a Budapest.
Secondo Francesco nella vita della Chiesa bisogna “custodire il passato e guardare al futuro. Custodire le nostre radici religiose, custodire la storia da cui proveniamo, senza però restare con lo sguardo rivolto indietro: guardare al futuro, guardare avanti e trovare nuove vie per annunciare il Vangelo”.
“La Chiesa proviene dalla sorgente che è Cristo – ha detto ancora il Papa - ed è inviata perché il Vangelo, come un fiume d’acqua viva, infinitamente più largo e accogliente del vostro grande Danubio, raggiunga l’aridità del mondo e del cuore dell’uomo, purificandolo e dissetandolo. Il ministero episcopale, allora, non serve a ripetere una notizia del passato, ma è voce profetica della perenne attualità del Vangelo, nella vita del Popolo santo di Dio e nella storia di oggi”.
I Vescovi dunque – ha sottolineato il Pontefice – devono “essere annunciatori del Vangelo” senza “chiuderci nella difesa delle istituzioni e delle strutture”. Ai Vescovi “è richiesto anzitutto questo: non la burocratica amministrazione delle strutture, questo lo facciano altri; non la ricerca di privilegi e vantaggi. Per favore, siate servi. Servitori, non principi”.
I Vescovi evitino le cordate lavorando per “l’unità della Conferenza episcopale. È una grazia: dobbiamo chiederla. È custodire il popolo di Dio nell’unità dei vescovi”. Poi il Papa ha suggerito “vicinanza ai sacerdoti e al santo popolo fedele di Dio. Per favore, non dimenticatevi del vostro popolo, da dove il Signore vi ha preso”.