Budapest , giovedì, 9. settembre, 2021 16:00 (ACI Stampa).
Nessuno è degno in principio di ricevere la Comunione, perché siamo tutti peccatori. Ma ci sono dei peccati pubblici che vanno regolamentati, altrimenti ci sarebbe un grande disordine. Lo sottolinea il Cardinale John Onaiyekan, arcivescovo emerito di Abuja, nella sua relazione al Congresso Eucaristico Internazionale di Budapest.
Nella sua lunga relazione, parlando dello status con il quale si può ricevere la Comunione, il Cardinale Onaiyekan torna al dibattito che ha infiammato i due sinodi sulla famiglia
Spiega il Cardinale Onaiyekan che la comunione è anche una cosa pubblica e che ci sono situazioni irregolari che devono essere tenute lontane dalla Comunione. Per esempio, aggiunge, “quanti vivono insieme in aperto, o anche segreto, concubinato senza il sacramento del matrimonio” e “quanti si sono sposati, hanno divorziato e si sono risposati senza essere passati dal processo dell’annullamento canonico”.
Sono tutte persone che “non si suppone vengano a prendere la comunione”, dice l’arcivescovo emerito di Abuja, il quale sottolinea che anche l’Amoris Laetitia, “riconosce il fatto che solo Dio giudica il cuore”, ma insiste comunque che “ci sono alcune situazioni oggettive in cui la Chiesa deve dare giudizio e fare regole e regolamenti”, perché altrimenti significherebbe che “tutti possono prendere la comunione”, risultando in “un disordine che non può essere consentito dalla Chiesa di Dio”.
Non solo la questione dei divorziati risposati. Il Cardinale affronta anche la responsabilità dei politici cattolici che sostengono leggi a favore dell’aborto. “Ogni cattolico che commette aborto o coopera in un aborto dovrebbe sapere che ha commesso omicidio e dovrebbe tenersi distante dalla Comunione”, dice il Cardinale. E aggiunge che la questione è ancora più problematica quando si arriva al voto dei politici cattolici in favore di leggi pro-aborto o contro la dottrina della Chiesa, chiedendo sostanzialmente di evitare di portare l’Eucarestia nell’arena politica. “Come vescovo, incoraggio sempre i politici ad opporsi alle leggi contro la dottrina cristiana. Anche se passassero, risulterà comunque che qualcuno si è opposto”, aggiunge.