Roma , lunedì, 6. settembre, 2021 14:00 (ACI Stampa).
Sandro Calvani ha scritto un libro per capire quanto il desiderio di una soluzione olistica alla crisi del cambiamento d’epoca sia compresa dai popoli e dai governanti del mondo: ‘Senza false frontiere’: in un mondo poliedrico e multipolare si fa strada una terza via tra chi vuole e chi non vuole un mondo diviso in centinaia di Paesi, migliaia di popoli, centinaia di migliaia di città e cittadinanze diverse e divise, e chi, invece, vorrebbe usare la distinzione e la diversità per ridurre le distanze e diluire o eliminare le divisioni antagoniste.
Calvani, esperto di sviluppo sostenibile, per 30 anni direttore di vari organi dell’ONU e della Caritas, ha lavorato in situazioni di emergenza e conflitto in 135 Paesi, e nel libro, scritto con Luca Jahier e Giovanni Lattarulo e prefazione di Umberto Folena, racconta le sfide dei nuovi sovranismi, le contraddizioni dei diritti umani enunciati ma sconosciuti, i dilemmi di una civilizzazione multipolare disordinata; introduce anche alcuni aspetti della prosperità inclusiva e della giustizia intergenerazionale: “Per le strade del mondo ho toccato con mano che oggi non può più esistere una pace come mera assenza di guerre o uno stato di tranquillità umana globale separata e distinta da altri fondamenti come l’uguaglianza, i diritti umani, l’accesso equo ai beni comuni, la collaborazione e la solidarietà o la dignità umana di ogni persona e di tutti i popoli. Infatti oggi tutto è connesso, non solo digitalmente, ma anche il clima, la finanza, la politica, la nostra stessa vita quotidiana sono tutti pezzetti del puzzle della vera pace globale”.
A lui chiediamo di spiegarci il sottotitolo ‘voglia di fratellanza’: “L’ho scelto perché racconto dei fatti che fanno capire le situazioni, cosa la gente sta vivendo e come vorrebbe cambiare per sentirsi meglio in mezzo agli altri e più a proprio agio con la gente diversa. Ormai tutte le scienze, se interpretate in modo olistico, convergono nel dichiarare l’amore fraterno nell’umanità come unico paradigma possibile e sostenibile della convivenza di sette miliardi e mezzo di persone. Dunque, questo libro invita i lettori a cambiare prospettiva, cambiare visione del mondo”.
Quali sono le false frontiere?
“Le frontiere vere sono quelle che aiutano i popoli che le riconoscono (come strumenti adatti e adattabili) per crescere in prosperità e giustizia. Esse funzionano come le membrane delle cellule viventi; sono cioè osmotiche, lasciano passare differenze culturali e religiose, merci, servizi, idee e le persone che portano tutti questi beni comuni con sé. Chi crede in frontiere osmotiche e olistiche crede anche che gli uomini e le donne del mondo siano tutti fratelli e sorelle. Le frontiere false sono quelle che schiacciano le differenze, anche quelle minime, il colore della pelle, i vestiti, o la barba, trasformandole in ragioni di odio e non cooperazione. Secondo il racconto di Virgilio, fu Romolo il primo a uccidere un fratello, il suo gemello Remo anche lui un migrante, per poter alzare una frontiera come un muro invalicabile: ‘chiunque la attraverserà, morirà’, per la sola colpa di aver attraversato quel solco scavato per terra, prima ancora che qualcuno la riconoscesse come una nuova frontiera di una città, Roma, che allora non aveva nemmeno una casa”.