L’interesse della Santa Sede per l’area balcanica
L’appuntamento sloveno del Cardinale Parolin si inserisce in un particolare interesse che la Santa Sede ha per l’area balcanica. Tra i primi a riconoscere l’indipendenza degli Stati della dissolta Yugoslavia a inizio anni Novanta, la Santa Sede ora sostiene fortemente l’ingresso di questi Paesi nell’Unione Europea. E lo ha ribadito con forza Miroslaw Wachowski, sottosegretario vaticano per le relazioni con gli Stati, quando è stato ad inizio luglio ad Ohrid, in Macedonia del Nord, per il Prespa Forum Dialogue.
L’accordo di Prespa è un accordo che la Macedonia del Nord ha concluso con la Grecia e con la Bulgaria nel 2018, sotto l’egida delle Nazioni Unite, che ha risolto anche la controversia di lunga data sul nome della nazione.
Il Forum si è tenuto ad inizio luglio, e nel suo intervento monsignor Wachowski ha notato che la Santa Sede ha ben accolto l’accordo di Prespa. Non solo. La Santa Sede – ha spiegato Wachowski – “segue con grande interesse la situazione dell’Europa Sud Est, e in particolare dei Balcani occidentali, considerandoli connessi con le regioni europee non solo per questioni geografiche, ma soprattutto per ragioni culturali”.
Monsignor Wachowski ha detto che “la Santa Sede guarda positivamente all’aspirazione delle nazioni dei Balcani Occidentali di entrare nell’UE” e che apprezza “lo sforzo dell’Unione Europea di accompagnare e supportare la trasformazione economica e sociale”.
Wachowski ha sottolineato che l’integrazione dei Paesi balcanici nell’Unione Europea “è cruciale per la stabilità della regione e dell’intero continente”, ma anche fatto sapere che “ la Santa Sede apprezza gli sforzi delle nazioni dei Balcani che hanno cominciato a implementare le riforme molto impegnative chieste dall’Unione Europea”.
Tema di quest’anno era appunto: “Balcani occidentali: il puzzle mancante per l’Europa”.
FOCUS EUROPA
Regno Unito, il nunzio Gugerotti incontra il vescovo copto ortodosso
Lo scorso 11 agosto, l’arcivescovo Claudio Gugerotti, nunzio apostolico nel Regno Unito, si è incontrato con il vescovo Anba Angaelos, vescovo generale per il Regno Unito della Chiesa Ortodossa Copta. Ne ha dato l’annuncio in un tweet il vescovo Angaelos.
“Un piacere – ha scritto Angaelos – di aver potuto finalmente avere da me il mio caro fratello per dargli il benvenuto a Londra. Essendo stati insieme in numerosi panel online, è stato bello incontrarlo di persona e stilare piani per nuove iniziative.
Il vescovo Angaelos è alla guida della comunità copta ortodossa del Regno Unito dal 1999. Nato al Cairo, ed emigrato con la famiglia in Australia, è ritornato in patria nel 1990, è stato segretario di Papa Shenouda fino al 1995, e quindi delegato come parroco nel Regno Unito, posizione da cui è assurto alla guida della comunità.
FOCUS AMERICA LATINA
Colombia, dialogo tra l’ex presidente Uribe e il presidente della Commissione Verità
Il 15 agosto l’ex presidente della Repubblica Álvaro Uribe e il presidente della Commissione della verità, il gesuita Francisco De Roux, si sono incontrati pur al di fuori dell’attività della Commissione stessa, mai riconosciuta dal politico che ha segnato le vicende della Colombia negli ultimi vent’anni.
Il dialogo, trasmesso via internet, si è tenuto nell’abitazione dell’ex presidente, una fattoria non lontana da Medellin.
Nelle scorse settimane Uribe in qualche modo aveva riconosciuto la vicenda dei “falsos positivos”, i civili fatti passare per guerriglieri e vittime di esecuzioni extragiudiziali, negli anni della sua presidenza. Nel colloquio con padre de Roux, Uribe ha però puntato piuttosto sui risultati della sua presidenza, più che sul riconoscimento che il suo lavora abbia avuto delle falle.
Il dialogo avviene in un momento difficile per la Commissione stessa: il premier Ivan Duque si sta rifiutando di prorogare e finanziare la proroga di un anno al lavoro della Commissione, richiesta per concludere la propria attività. Alison Milton, ambasciatrice dell’Irlanda in Colombia, ha promesso di sollevare il tema al Consiglio di sicurezza dell’Onu, perché “l’accertamento della verità è una delle principali condizioni per una pace stabile e duratura. Questa richiesta della Commissione per la verità sarà in grado di dare risposte definitive a molti colombiani”.
Nicaragua, il cardinale Brenes punta il dito sulla situazione difficile
A pochi mesi dalle elezioni di novembre, il Cardinale Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, ha sottolineato che il suo Paese, il Nicaragua, stia vivendo “momenti abbastanza difficili”, riferendosi ad un gruppo di leader dell’opposizione e candidati presidenziali che sono in prigione.
Il Cardinale, parlando nell’omelia del 15 agosto a Managua, ha scosso l’opinione pubblica a meno di tre mesi dalle elezioni presidenziali del 7 novembre. Daniel Ortega, attualmente presidente del Nicaragua e leader del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, dovrebbe essere rieletto per la quarta volta consecutiva.
Al momento, tre partiti dell’opposizione sono stati eliminati e 32 oppositori messi in carcere, e tra questi otto pre-candidati alla presidenza e alla vicepresidenza accusati in maggioranza di “tradimento alla patria”.
Tra questi detenuti, ci sono anche i precandidati presidenziali Cristiana Chamorro, Arturo Cruz, Félix Maradiaga, Juan Sebastián Chamorro, Miguel Mora, Medardo Mairena e Noel Vidaurre.
La Commissione Giustizia e Pace dell’arcidiocesi di Managua ha denunciato lo scorso 10 agosto che “il processo elettorale, che dovrebbe essere una festa civile, si vive con timore e incertezza perché non esistono le condizioni per elezioni democratiche.
Il Cardinale Brenes, in questa crisi, ha rinnovato l’atto di consacrazione del Nicaragua al Cuore Immacolato di Maria, pregando che la nazione “sia capace di giungere a cammini di tolleranza e comunione, di fraternità e di pace”.
La consacrazione ha avuto luogo due giorni dopo che Ortega ha dichiarato che “alcuni preti sono figli del demonio” riferito a quanti furono mediatori durante la repressione del regime contro le proteste nel 2018.
(articolo aggiornato con la notizia della possibile presenza del Cardinale Parolin in Ucraina)