Roma , venerdì, 20. agosto, 2021 16:00 (ACI Stampa).
Per quanto si sforzi, per quanto preghi incessantemente, per quanto sia fermamente convinto di dover seguire la propria strada, sembra che ogni azione di padre Chisholm sia destinata al fallimento.
La spinta che connota l’intera sua esistenza è l’amore, amore verso gli altri, soprattutto i più deboli ed emarginati, i quali, ne è profondamente certo, rappresentano il volto di Dio fattosi carne e sangue per abitare in mezzo agli uomini. Non è affatto un debole, ne’ incline all’eterodossia, è un uomo umile e fedele, che sente “la Chiesa tutt’intorno a me”, che lo abbraccia. Ma non vuole chiudere gli occhi davanti alla realtà, alle debolezze dei pastori e dei fedeli, alla vuota abitudine che finisce per appiattire e inaridire la vita spirituale e il rapporto con gli altri.
E’ capace di suscitare grande ammirazione, e immutabili amicizie. Eppure praticamente tutto quello che cerca di costruire sembra segnato dal fallimento e dalla perdita. Fin dalla più tenera età, quando i suoi genitori muoiono in un incidente terribile. Nasce e passa la prima adolescenza nella Scozia povera e inquieta della fine dell’Ottocento, passando anni terribili presso la famiglia del nonno, costretto a lavorare in condizioni inumane nonostante sia poco più di un bambino. Poi gli anni in un collegio cattolico, l’amore timido e incerto per una ragazza la quale, di errore in errore, finisce per suicidarsi, gli anni duri del seminario, le prime esperienze in diverse parrocchie caratterizzate da difficoltà, incomprensioni, solitudine, le ostilità che riesce a suscitare proprio a causa della sua onestà e purezza. Dolori, lutti, ma anche speranze, entusiasmi, amicizie.
Viene mandato in Cina come missionario: anche in questa terra lontanissima si ripete il “copione”: difficoltà di ogni genere, lutti, tra carestie, alluvioni, guerre, povertà, rancori. Eppure, costruisce con le proprie mani una chiesa, una casa per i bambini abbandonati, arrivano tre suore ad aiutarlo. La chiesa crolla, le suore non vanno proprio d’accordo e la superiora, una donna di nobili origini tedesca, lo tratta con disprezzo e rancore. Ma lui ricomincia, sempre, si china sulle rovine e ricomincia. Finalmente la sua missione inizia a prosperare e a dare frutti, ma il povero sacerdote viene considerato ormai troppo anziano e ammalato e dunque rispedito in patria, isolato, in povertà, con una sola richiesta che vogliono negargli: quella di poter occuparsi di un orfano segnato dalla tragedia. Una vita di fallimenti, dunque? Alla fine del racconto la sensazione, invece, è quella di aver incontrato una delle figure di sacerdote più riuscite della letteratura, così autentica da desiderare che egli sia realmente esistito.
Padre Francis Chisholm è il protagonista del romanzo “Le chiavi del Regno” di Archibald J.Cronin. Un romanzo ingiustamente finito nel dimenticatoio, un po' come il suo autore, che invece, fino agli anni Ottanta, è stato molto letto e amato, grazie anche al cinema e agli sceneggiati (allora si chiamavano così le odierne fiction), che abbondantemente hanno attinto alle sue trame. Anche “Le chiavi del Regno” è stato trasformato in un film di grande successo, soprattutto per l’interpretazione di Gregory Peck.