Rimini , martedì, 17. agosto, 2021 12:30 (ACI Stampa).
Il Meeting di Rimini, giunto quest’anno alla sua 42^ edizione, si svolge di nuovo in presenza presso la Fiera di Rimini, dal 20 al 25 agosto, con il titolo ‘Il coraggio di dire io”, citazione tratta da un testo del filosofo danese Kierkegaard, proponendosi come momento di riflessione e di ripartenza globale nello scenario della faticosa uscita dalla pandemia. All’apertura della manifestazione, il 20 agosto, interverrà il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.
Con il titolo ‘Il coraggio di dire io’ il Meeting è un invito a riscoprire la consistenza e la grandezza della propria vita perché attraverso responsabilità, dialogo e creatività diventi sempre più piena e feconda, come ha sottolineato Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, che ha spiegato il tema del Meeting: “Il titolo ‘Il coraggio di dire io’ viene dal Diario del filosofo danese Søren Kierkegaard che voleva mettere in luce il grande rischio che la singola persona, con le sue convinzioni, il suo senso di responsabilità, la sua capacità di prendere iniziativa in momenti difficili fosse ridotta a fare parte indistinta di una massa di individui, tutti uguali, tutti appiattiti da una cultura dominante. Questo rischio l’ha visto anche Pasolini sul quale ci sarà una mostra al Meeting.
Abbiamo scelto questo titolo durante il Meeting 2020 avendo davanti agli occhi l’esperienza straordinaria di genitori, insegnanti, infermieri, medici, volontari, sacerdoti durante il primo lockdown che hanno testimoniato in modo straordinario un’assunzione di responsabilità e una capacità creativa di fronte ai problemi. E avevamo presente che in tante persone sono rinate domande esistenziali che sono rimaste spesso seppellite sotto attivismi e certe superficialità.
Quanto coraggio ci vuole per dire io?
“Ci vuol coraggio di uscire dalla comodità di essere passivi, di lasciarsi trascinare dalle onde del momento, dalle oscillazioni continue fra rassegnazione e ribellione senza mettersi in gioco personalmente. Ma questo coraggio non nasce da uno sforzo ‘muscolare’, volontaristico o moralistico. Nasce invece dalla fedeltà forte e semplice al proprio desiderio di bene, anche in situazioni difficili, complicati e anche drammatiche.